Ferdinando Garavello
Este
Chiamatelo buco, se vi pare. Oppure “passività”, o anche sofferenze di bilancio. Il risultato, comunque, non cambia: qualcosa si è inceppato nel meccanismo che lega il consorzio Padova Sud, incaricato della gestione dei rifiuti da parte dei Comuni della Bassa Padovana, con la società pubblica Padova3 e con la Sesa. In ballo ci sono milioni di euro – una trentina, a conti fatti – di debiti e vuoti di bilancio causati da una serie di fattori e di meccanismi avviati parecchi anni fa. Ora però si è giunti alla resa dei conti e resta da capire chi rimarrà con il proverbiale cerino in mano: «Qualcosa non ha funzionato – spiega il presidente della Sesa, Natalino Furlan – visto che Sesa e le altre aziende operative hanno continuato ad assicurare il servizio di raccolta con i più bassi costi del mercato e con qualità visto il buon esito delle differenziate, ma non sono state, e tuttora non lo sono, pagate regolarmente per il proprio lavoro». L’azienda sottolinea infatti come i cittadini abbiano pagato le bollette, tranne una parte di insoluti, mentre i soldi non sono stati dati a chi h svolto effettivamente il servizio. «Prendiamo atto della volontà espressa dall’attuale presidente, di recente nomina, del Padova Tre di effettuare un progetto di taglio dei costi, ma la scelta di mettere mano agli sprechi è tardiva – si rammarica Furlan – tuttavia deve essere chiaro che i tagli devono riguardare gli sprechi e non i servizi essenziali della raccolta differenziata agli utenti, visto che per stessa ammissione del Padova Tre sono state proprio le attività esterne alla concessione a causare queste perdite». «Da diverso tempo che chiediamo ai vertici di Pd3 di avere un rendiconto dettagliato della situazione economico finanziaria – rivela quindi Alessandro Baldin, presidente del consorzio Padova Sud – avevamo chiesto una documentazione ben precisa per poter affrontare il problema in un CdA previsto per ieri (giovedì ndr), ma non sono riusciti a fornire tutti i dati richiesti». Il consiglio è stato quindi rinviato alla prossima settimana. «Ma non siamo più disposti ad accettare rinvii e soprattutto vogliamo un piano finanziario concreto – attacca Baldin – a qualsiasi proposta applicheremo un controllo rigorosissimo, non avremo remore anche davanti alle scelte più difficili».