Il consiglio regionale del Veneto si schiera con gli insegnanti: nella seduta di ieri l’assemblea ha votato all’unanimità una mozione per impegnare il governo regionale a sostenere gli insegnanti con diploma magistrale esclusi dalle graduatorie ad esaurimento. Il consiglio ha inoltre votato all’unanimità la risoluzione che chiede di non vengano licenziati in massa i docenti magistrali.
“I diplomati magistrali, ben 50.000, che già insegnano nella scuola italiana con il vecchio titolo preso entro il 2001, non saranno assunti – ricorda la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin – il Consiglio di Stato ha stabilito che non hanno diritto ad entrare nelle graduatorie a esaurimento e chi è già dentro, ammesso con riserva, rischia di essere espulso”.
La sentenza del Consiglio di Stato del 20/12/2017 nega infatti l’inserimento nella graduatoria ad esaurimento ai docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’anno 2001/2002, pronunciandosi in contraddizione con le sentenze precedenti n. 1973/2015 – 3628/2015 – 3673/2015 – 3788/2015 e 4232/2015 che avevano accolto nel merito le richieste dei ricorrenti diplomati magistrali ante 2001/2002: la stessa sentenza impedisce l’accesso alla graduatoria ad esaurimento adducendo come motivazione che i diplomati magistrali avrebbero dovuto presentare nel 2007, a pena di decadenza, la domanda di inserimento nella sopracitata graduatoria.
“C’è ora il rischio che migliaia e migliaia di bambini restino senza i loro insegnanti e senza continuità didattica – avverte l’esponente del Movimento 5 Stelle – i lavoratori che subiranno gli effetti della sentenza retrocederanno nella graduatoria. Si salva solo chi ha ottenuto una sentenza definitiva del Consiglio di Stato, ma non ha scampo chi è stato inserito nelle graduatorie con riserva ed ha quindi ancora il giudizio di merito pendente”.
Una vera spada di Damocle per questi ultimi che, conoscendo i tempi elefantiaci della giustizia italiana, dovranno attendere a lungo per conoscere il loro destino.
“Un pauroso dietrofront su tutta la linea che sta spaccando in modo irreversibile il mondo della scuola – conclude Baldin – da sempre contrapposto tra chi è detentore di diritti, perché assunto a tempo indeterminato, e chi invece vive la condizione di precario, a volte per decenni. Possiamo avere un Ministro non laureato all’istruzione, ma guai all’esercito di diplomati colpevoli solo di aver insegnato così come la scuola del caos garantiva loro. E noi questo non possiamo accettarlo”.