Il bilancio 2018 del Consorzio Venezia Nuova, alla voce Mose, reca scritte due date inequivocabili. Il 30 giugno 2020 l’impianto dev’essere terminato, ed entro il 31 dicembre 2021 deve entrare in funzione.
Alla buon’ora! Ricordiamo tutti quanti anni ci sono voluti, visto che la posa della prima pietra risale al 2003 e io andavo ancora alle scuole medie. Ricordiamo anche che questi vent’anni sono stati tristemente segnati da tangenti, malversazioni, creste sulla spesa di cui la magistratura si è occupata a fondo e continua a occuparsi.
Non potendo tornare indietro, speriamo solo che la struttura funzioni. Non resta che attendere e vigilare sulle prove sperimentali: le notizie di corrosione delle paratoie in acqua non sono certo state confortanti, ma i soldi sono stati spesi, l’opera c’è, e ora non resta che rimboccarsi le maniche e sperare che -nonostante le speculazioni- Venezia potrà salvarsi almeno dall’acqua alta che imperversa più volte all’anno.
Poi servirà anche una governance e dovrà essere condivisa e trasparente e coinvolgere l’Autorità Portuale di Sistema, le amministrazioni locali, la Capitaneria di Porto, senza dare troppi poteri a un solo soggetto: tanto per capirci non dovrà essere il sindaco di Venezia a decidere su come governare di volta in volta l’acqua alta in laguna e amministrare quest’opera faraonica.