«Va benissimo che i comuni veneti del G20 chiedano il riconoscimento dello status di “Città Balneare”, ma non dobbiamo far scivolare la questione delle spiagge libere ai margini del tavolo di discussione». Così Erika Baldin, consigliera regionale veneta del Movimento 5 Stelle, sulla preparazione della stagione balneare nei comuni del litorale e, nello specifico, sulle scelte di gestione delle aree senza concessionari.
«Auspico – dice la consigliera M5S – che nessuno preveda di chiudere le spiagge libere (che nel corso degli anni si sono sempre più ridotte), perché si impedirebbe alle persone in difficoltà economiche di recarsi al mare. Così, dopo le quarantene di serie A e quelle di serie B, avremmo pure l’estate di serie C».
«Sulla questione – prosegue la politica veneziana – i comuni stanno andando in ordine sparso, con tempistiche, esigenze e sensibilità diverse. Spero si faccia ordine per trovare subito una linea unica, senza lasciare spazio a libere interpretazioni locali, che metterebbero in difficoltà i cittadini. Ci vuole un coordinamento tra i comuni balneari, l’Anci e la Regione per unificare le varie filosofie, altrimenti rischiamo uno spezzatino con alcune spiagge libere a controllo zero e, appena parte la stagione, il caos tra gli utenti, che non capiranno (ad esempio) perché Caorle si regola in un modo e Jesolo in un altro».
«L’idea della app sul telefonino per la prenotazione della spiaggia libera è un perfetto esempio della necessità di un coordinamento – conclude Baldin – l’intento è ottimo e il mezzo digitale è perfetto ma, se può funzionare per quelle private, sulle aree libere a livello locale diventa estremamente complicato. Solo una regia regionale e multi-comunale potrà avere le risorse e l’organizzazione che permettano di mettere in piedi un sistema che garantisca davvero il controllo e la sicurezza nella fruizione delle spiagge libere venete».
martedì 19 maggio 2020