Venezia, 31 gennaio 2023 – Sei province venete su sette in preda alle polveri sottili, Verona tra le dieci città più inquinate dal PM10, Padova lo stesso per il biossido d’azoto, Venezia sesta in Italia per lo smog. Sono solo alcuni dei dati inquietanti raccolti dal report annuale Mal’Aria di Legambiente, che analizza la concentrazione di questi parametri: solo il Bellunese appare in perfetta linea di galleggiamento, mentre nel resto del territorio veneto gli sforamenti sono continui e gravi. «Era da aspettarselo -commenta Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- in aree che abusano della mobilità privata a motore anziché investire nel trasporto pubblico locale, rendendolo efficace e capillare».
La consigliera ha depositato un’interrogazione a risposta immediata alla Giunta regionale, attraverso la quale chiede quali azioni intenda porre in essere, per quanto di competenza, in relazione agli allarmi sollevati dall’associazione ambientalista: «Si parla di zone a zero emissioni, in luogo delle attuali ZTL -prosegue Baldin- come pure di incentivi alla mobilità elettrica condivisa entro spazi a misura d’uomo. Ma il Veneto dimostra di dover compiere ancora molti passi lungo la strada della sostenibilità».
L’esponente del M5S ricorda che con il governo Conte II molti sono stati i provvedimenti in direzione del risparmio energetico, pubblico e privato, anche nei Comuni: «Sapere che nel Veneziano -conclude Erika Baldin- i valori consentiti vengono sforati almeno del doppio, oppure che Padova è quinta in Italia per le polveri sottili, crea rabbia e sconcerto. È ora di modificare gli stili di vita, ma soprattutto di avviare politiche pubbliche verso una vera transizione ecologica, non più rinviabile. Perché la spesa in ambiente previene quella per la salute: le cittadine e i cittadini veneti hanno diritto di respirare aria pulita, e non dover aspettare altri trent’anni prima di rientrare nei ranghi della normalità».