Chioggia, 10 giugno 2023 – Aiùtati, che lo Stato ti aiuta. È quel che finora ha faticato a comprendere l’amministrazione comunale di Chioggia in tema di Politiche sociali: l’accusa, mossa dal MoVimento 5 Stelle con Erika Baldin e Daniele Stecco, e da Barbara Penzo del Partito Democratico, è di essere la “cenerentola” del Veneto per quanto riguarda il numero di assistenti sociali. «Uno ogni 7033 abitanti -spiega la consigliera regionale- il che la rende “maglia nera” in regione, superando nel record negativo Adria (dove il servizio professionale copre 6780 residenti) e Sona nel Veronese, dove le cittadine e i cittadini per ogni assistente sociale sono 6405. Lo dicono i dati».
Nello specifico, il rapporto relativo al 2021, giunto giovedì scorso all’attenzione della V commissione Sanità del Consiglio regionale: «Secondo i Livelli essenziali delle prestazioni in Ambito Territoriale Sociale -analizza Baldin- il margine è fissato a 5mila abitanti per ogni assistente. E sono solo quattro su 21 gli ATS in Veneto che esorbitano da tale quota. Nell’Ambito di Chioggia, il numero 14 che comprende anche Cavarzere e Cona, queste cifre si tramutano nella gravissima impossibilità di accedere al fondo nazionale a sostegno dei LEPS, che vengono in aiuto per pagare proprio nuove figure professionali nel settore».
Il motivo è stato illustrato appunto durante la seduta della V commissione: «Se un Comune, ed è il caso di Chioggia -continua la coordinatrice del M5S- non assume a tempo indeterminato un assistente sociale ogni 6500 abitanti con risorse proprie, fossero anche quelle del Fondo di solidarietà comunale in deroga ai vincoli di bilancio, il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale non liquida risorse a favore di quell’ente. Ammonta infatti a zero la cifra destinata all’Ambito chioggiotto nel 2021, e altrettanto a zero quella delle prenotazioni per il 2022. Le fonti sono il decreto ministeriale 136/2022 e il report del Sistema informativo unitario dell’offerta nei servizi sociali, anche questo di matrice governativa». Una situazione drammatica, conclude Erika Baldin: «Perdere risorse così è scandaloso».
Il quadro è confermato da Barbara Penzo: «La complessità del settore sociale – esordisce l’esponente democratica- e le numerose risorse economiche disponibili si scontrano con le difficoltà degli uffici ad operare costantemente sotto organico. Il Comune di Chioggia è spesso sollecitato dalla Regione, quanto ai progetti previsti e ai finanziamenti erogati dal Piano Povertà, e siamo sempre in affanno. Il rischio è il collasso, in un momento in cui i servizi sociali assumeranno sempre più responsabilità entro un assetto di Ambito. Perché è evidente a tutte e a tutti che il numero attuale delle assistenti sociali non può garantire la piena soddisfazione dei bisogni relativi alle persone anziane, alla tutela dei minori, all’emergenza abitativa e molte altre».
La consigliera comunale ricorda che «gli ATS diventeranno sempre più strategici, dal momento che saranno il luogo di concentrazione delle risorse. Dentro il Piano Povertà, di cui si è parlato giovedì in Regione, confluiscono anche i contributi per il Reddito di Inclusione Attiva e il sostegno all’abitazione (legato alla residenza con progetti individuali per ogni persona assistita), l’attuazione di interventi finanziati dal PNRR come la Missione 5 e il progetto PIPPI per prevenire l’allontanamento dei minori, nonché il Pronto Intervento Sociale divenuto appunto LEPS. Servono quindi capacità organizzativa e di struttura, al fine di incamerare risorse esterne e trasformarle in progetti operativi».
Anche l’ex assessore al Bilancio Daniele Stecco, ora consigliere del MoVimento, rimarca le responsabilità dell’amministrazione in carica: «Nella situazione attuale il Comune non è in grado di far fronte ad ogni incombenza. Urge correre ai ripari con maggior personale e programmazione, perché diventa anche complicato operare in rete tra Ambiti e Piani di Zona. L’opposizione aveva presentato emendamenti al bilancio, al fine di bandire i concorsi atti ad assumere il personale di cui la macchina comunale necessita, e soprattutto nelle politiche sociali c’è necessità di aumentarne la dotazione organica proprio per via dell’accrescimento di competenze previste in seno agli Ambiti. Ma nessuno della maggioranza ci aveva ascoltato. Eppure, in campagna elettorale, anche loro dissero che i concorsi sarebbero stati banditi sùbito».
Invece il prossimo, per due posti a tempo pieno e indeterminato, è stato pubblicato nell’albo pretorio solo il 24 maggio di quest’anno, con un mese di tempo per presentare le domande.