Venezia, 1° agosto 2023 – Trivellare il mare Adriatico in cerca di gas, sì. Aumentare i finanziamenti regionali contro la subsidenza e il cuneo salino, no. È la conclusione cui è giunta oggi la seduta del Consiglio regionale del Veneto, chiamata ad approvare l’assestamento del bilancio di previsione 2023-2025: un ordine del giorno avanzato dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, a margine dell’assestamento stesso intendeva infatti impegnare la Giunta di palazzo Balbi a individuare le misure finanziarie (aumentandole quando necessario) atte a contrastare i fenomeni idrogeologici consequenziali alle future trivellazioni, che giocoforza renderanno più fragile l’equilibrio lungo il litorale veneto.
A votare a favore sono state solo le opposizioni, che contano dieci rappresentanti in aula; monolitica invece la maggioranza di centrodestra nel respingere l’atto presentato dalla consigliera chioggiotta, valido anche con riferimento ai prossimi cicli di bilancio. «La destra non sorprende nemmeno più -esordisce Baldin- e per l’ennesima volta preferisce difendere gli interessi di bottega, nello specifico quelli del governo Meloni, anziché la popolazione litoranea e l’ambiente marino. Già il 18 aprile aveva votato contro la mozione che avevo presentato, assieme ad altri esponenti della minoranza, la quale chiedeva alla Giunta regionale di esprimere una forte presa di posizione nei confronti dell’esecutivo centrale, volta a risolvere la crisi energetica attraverso azioni mirate a sfruttare fonti di energia rinnovabile anziché fossile».
Anzi, solo una settimana fa il ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto (Forza Italia) aveva annunciato che ai primi giorni di settembre avrebbe illustrato il decreto che autorizza la trivellazione dei giacimenti di gas nel mare tra Italia e Croazia: «Sarebbe la sentenza definitiva -argomenta la coordinatrice metropolitana del M5S- per l’aggravamento di un quadro già preoccupante, dove la subsidenza in atto si unisce al pericoloso fenomeno della risalita del cuneo salino dai fiumi, che distrugge i terreni immediatamente vicini alle foci, con grave pregiudizio per l’ambiente e per l’economia agricola».
Per questi motivi, l’ordine del giorno bocciato in aula si sarebbe agganciato ai fondi previsti per interventi di prevenzione e soccorso, a contrasto delle calamità naturali e in riparazione e ricostruzione di opere idrauliche: «A parole questa maggioranza combatte il rischio idrogeologico, conseguenza anche dei cambiamenti climatici -conclude Erika Baldin- ma nei fatti, quando si tratta di votare provvedimenti stringenti, non scongiura affatto l’evenienza di nuove catastrofi che dipendono dalla subsidenza e dalla risalita del cuneo. Prima di opporsi alle trivelle devono chiedere permesso a Roma: è questa l’autonomia che la Lega reclama ogni giorno?».