Venezia, 24 gennaio 2024 – Oltre ventimila cittadine e cittadini veneziani, e oltre 73mila veneti, hanno sottoscritto online l’azione collettiva promossa da un network che offre assistenza legale e copertura assicurativa alle professioni sanitarie, la quale intende far rispettare dagli enti locali la direttiva comunitaria 50/2008 che impone agli Stati membri specifici standard in materia di qualità dell’aria. Secondo questa società, ogni residente nei Comuni inquinati ha diritto a chiedere un risarcimento di 36mila euro per ogni anno vissuto sotto l’esposizione agli elementi nocivi.
Ora la questione approva anche alla Regione Veneto: la capogruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, ha infatti depositato un’interrogazione a risposta scritta, che chiede alla Giunta di palazzo Balbi se intenda predisporre politiche strutturali di intervento programmato, al fine di migliorare la qualità dell’aria su indicazione e supporto di ARPAV. Inoltre, il proposito della consigliera è far impegnare le strutture sanitarie e di prevenzione in un’indagine epidemiologica in tema di malattie che derivano dalle emissioni di agenti inquinanti.
«Infine -prosegue Baldin- chiedo alla giunta Zaia se intende coordinare l’attività interdittiva emergenziale dei Comuni, delle Province e della Città Metropolitana di Venezia per l’educazione ambientale e di promozione delle buone pratiche, con il proposito di far decrescere sensibilmente la portata delle emissioni atmosferiche». La coordinatrice del M5S fa riferimento anche alla pubblicazione periodica di Legambiente, ovvero Mal’Aria, che contiene un dossier dettagliato e che mostra come da anni i centri urbani di Padova e Venezia si collocano sempre, purtroppo, ai massimi livelli di sforamento dei limiti di Pm10 e polveri sottili.
«Siamo al punto -conclude Erika Baldin- che non sono più sufficienti le misure tampone, quali ad esempio le ordinanze restrittive del traffico veicolare per i mezzi più obsoleti, o le “domeniche ecologiche” dove ancora si praticano. È l’ARPAV stessa che lo dice, quindi una struttura regionale, quando nei suoi bollettini ufficiali vengono squadernati i dati della qualità dell’aria, sempre più mediocre e scadente in tutte le province, con eccezione di Belluno.
Il punto di non ritorno è vicino, ma purtroppo non mancano i segnali in direzione contraria. Mi riferisco alla permanenza, votata dalla Municipalità di centrodestra, dello stabilimento di San Marco Petroli a Malcontenta, a pochi metri dalle case e dalle scuole. Proprio là dove il benzene circola nell’aria e dove i comitati civici sono in prima linea nelle battaglie ambientaliste, che anch’io ho supportato attraverso numerosi atti istituzionali».