Chioggia, 13 marzo 2024 – «Dopo mesi di rimpasti, sgambetti e dimissioni, possiamo dire che è stato superato ogni limite: la crisi della maggioranza ha bloccato la città, con ripercussioni per cittadine e cittadini e imprese. Invece di amministrare, Armelao e la sua maggioranza litigano da oltre tre mesi al loro interno, per questioni personali. Così la crisi si trasforma in una stasi che mette in sofferenza l’intera comunità». Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto, interviene in merito alla perdurante crisi dell’amministrazione di Chioggia.
«In questa crisi della maggioranza, scatenata da questioni personali più che politiche, nessuno si salva. L’unica soluzione è restituire la parola alla cittadinanza, portando rapidamente la città al voto. Solo così Chioggia potrà uscire dalla palude in cui è sprofondata a causa del fallimento della maggioranza, che si è dimostrata incapace di mettere l’interesse della città davanti a tutto», dichiara Baldin.
«Non possiamo aspettare, non possiamo più perdere tempo. Le questioni irrisolte e mai affrontate dall’amministrazione sono davanti agli occhi di tutti: a partire dal deposito di GPL, che era stato bloccato dal decreto Agosto del governo Conte II, ma questa amministrazione non ha fatto niente per rimuoverlo. E l’UNESCO ha chiesto al sindaco appunto quando sarà abbattuto: se i “bomboloni” rimangono dove sono, Chioggia rischia di perdere la protezione della stessa UNESCO», aggiunge la consigliera regionale. «E, a proposito di energia, nulla ha detto la Giunta di Chioggia sulla ripresa delle trivellazioni nell’alto Adriatico, voluta dal governo Meloni e Salvini».
«In questa crisi della maggioranza, scatenata da questioni personali più che politiche, nessuno si salva. L’unica soluzione è restituire la parola alla cittadinanza, portando rapidamente la città al voto. Solo così Chioggia potrà uscire dalla palude in cui è sprofondata a causa del fallimento della maggioranza, che si è dimostrata incapace di mettere l’interesse della città davanti a tutto», dichiara Baldin.
«Non possiamo aspettare, non possiamo più perdere tempo. Le questioni irrisolte e mai affrontate dall’amministrazione sono davanti agli occhi di tutti: a partire dal deposito di GPL, che era stato bloccato dal decreto Agosto del governo Conte II, ma questa amministrazione non ha fatto niente per rimuoverlo. E l’UNESCO ha chiesto al sindaco appunto quando sarà abbattuto: se i “bomboloni” rimangono dove sono, Chioggia rischia di perdere la protezione della stessa UNESCO», aggiunge la consigliera regionale. «E, a proposito di energia, nulla ha detto la Giunta di Chioggia sulla ripresa delle trivellazioni nell’alto Adriatico, voluta dal governo Meloni e Salvini».
Conclude Erika Baldin: «La città ha bisogno di un sindaco e di una maggioranza che siano in grado di difendere la popolazione di Chioggia dalle scelte di ACTV, che ha ridotto drasticamente le linee e le corse del trasporto pubblico locale. Occorre avere la forza di incalzare la Regione rispetto ai collegamenti su rotaia: staremo dieci mesi senza ferrovia, e anche quest’anno (come l’anno scorso) il “treno del mare” non partirà. E deve incalzare il governo per quanto riguarda la sicurezza della Romea, una tra le strade italiane che più contribuisce ad aumentare il numero delle persone morte per incidente. Tutto ciò non lo potrà fare una maggioranza arrivata ormai al capolinea, per questo auspico che al più presto sia possibile votare una nuova amministrazione».