Venezia, 15 marzo 2024 – Un anno dopo le prime avvisaglie, la questione relativa al dimensionamento degli istituti scolastici torna d’attualità nelle cronache, in concomitanza con le iscrizioni al prossimo anno didattico che inizierà a settembre. Problemi e luoghi sono spesso gli stessi, ovvero il mancato raggiungimento del numero di scolare e scolari necessario a costituire una prima classe: come a Boscochiaro, frazione di Cavarzere, dove per il secondo anno consecutivo il plesso viene messo a rischio dall’adesione di soli dodici allievi e allieve, a fronte del minimo di quindici per comporre la classe.
Dopo la mozione approvata dal Consiglio comunale della città, della questione si è fatta carico Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, che parimenti ha inviato una richiesta di attenzione all’Ufficio Scolastico veneto: «La scuola “Lombardo Radice” sta diventando l’emblema di questa stagione di tagli e compressioni -rivendica la consigliera- ovvero una situazione che puntualmente colpisce in maniera maggiore le località periferiche e le isole, come Sant’Erasmo nella laguna di Venezia oppure Asseggiano, nella periferia mestrina. La politica del governo Meloni pone i territori l’uno contro l’altro, alla ricerca spasmodica di iscrizioni scolastiche per continuare ad esistere».
Il locale comitato “Salviamo la scuola di Boscochiaro” non demorde, e come avvenuto per il 2023 spera in una deroga, al fine di continuare a godere del diritto d’istruzione senza dover emigrare in altre parti del comune o fuori città: «Avevo appunto avanzato un’interrogazione alla giunta Zaia -spiega Baldin- per conoscere come avrebbe inteso contribuire a risolvere la situazione, a seguito della legge di bilancio nazionale, varata a fine 2022. In tale circostanza, lo scorso agosto, la Regione se ne lavò sostanzialmente le mani, asserendo che la composizione delle classi spettasse in via esclusiva a ogni singolo dirigente di istituto comprensivo. Gli stessi che però le norme varate dal governo mirano a ridurre».
Nella risposta dell’ente, emerse come le linee guida relative al dimensionamento scolastico raccomandano di mantenere, per quanto possibile, almeno un ordine di scuola in ogni territorio comunale: «Non basta -replica categorica l’esponente del M5S- perché va considerato che il Veneto è terra di comunità diffuse, rurali, isolate, magari montane, dove il trasporto pubblico non è spesso capillare e quindi efficace. Accorpare gli istituti comporta lo spopolamento di alcune aree, e la dolorosa scelta di molte donne di abbandonare il proprio lavoro per sovrintendere al trasporto dei figli fino alla scuola meno lontana. Conseguenze sociali che fanno ripiombare il Veneto indietro di decenni».
Erika Baldin, nella lettera all’Ufficio Scolastico regionale, condivide dunque «le preoccupazioni, gli auspici e l’appello dell’amministrazione cavarzerana affinché sia garantita anche per il 2024-2025 la formazione della classe prima nella scuola primaria “Lombardo Radice” di Boscochiaro. Forse si è ancora in tempo per scongiurare ulteriori chiusure».