close
photo_2024-05-08_17-21-30

Venezia, 8 maggio 2024 – «Una volta ogni tre giorni, in Veneto, una persona esce di casa per andare al lavoro. E non torna mai più. La politica non può girarsi dall’altra parte, dobbiamo fermare la strage nei luoghi di lavoro. Stamattina ho deposto dei fiori al Teatro Momo, per ricordare Mattia Dittadi e tutte le vittime di infortuni sul lavoro». Ha esordito così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in consiglio regionale, nella conferenza stampa online organizzata per illustrare il progetto di legge regionale n. 261, fresco di deposito a palazzo Ferro Fini. «Vogliamo che la Regione si costituisca parte civile nei processi penali legati ai gravi incidenti sul lavoro, affiancandosi alle associazioni e ai sindacati che già lo fanno. Si tratta di una legge a costo zero per la Regione e gli introiti derivanti dai risarcimenti verranno investiti nella attività di prevenzione degli Spisal», ha spiegato Baldin.

«La proposta di legge introduce nuove norme per il riconoscimento e per il ristoro dei danni derivanti alla Regione da delitti colposi in violazione del testo unico salute e sicurezza sul lavoro. In particolare, vogliamo stabilire l’obbligo per la Regione di costituirsi parte civile in tutti i procedimenti penali per omicidio e lesioni gravissime, aggravati dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Il concetto è che le morti sul lavoro non costituiscono soltanto una tragedia privata, ma un’emergenza pubblica che va affrontata anche con gli strumenti processuali. La mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro si traduce in un danno per la collettività, che va quantificato e risarcito», ha aggiunto la consigliera

«Con l’approvazione della legge, inoltre, verrebbe istituito un monitoraggio generale in materia di infortuni, quasi infortuni e malattie professionali, con una relazione che annualmente verrà portata al voto in consiglio regionale. Conosciamo le statistiche che vedono il Veneto seconda regione dopo la Lombardia per morti sul lavoro, con 101 morti nel 2023. Conosciamo il totale delle denunce di infortunio raccolte dall’Inail, 69.643, e ci è noto l’aumento delle malattie professionali, pari al +18% lo scorso anno. Ma un vero e proprio monitoraggio, sugli infortuni e sulle loro cause, ancora non c’è: vogliamo che venga avviato e che coinvolga il consiglio regionale», ha dichiarato Baldin, prima di cedere la parola ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e dell’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro (ANMIL).

Daniele Giordano (CGIL Venezia) ha ricordato le gravi carenze d’organico negli Spisal delle Ulss venete, affermando che «nonostante le promesse della Regione, il numero dei tecnici della prevenzione attualmente in servizio non garantisce un’adeguata copertura per la verifica delle condizioni di lavoro in molte imprese». «Nel corso della vita di un’azienda, che ha durata media di sei anni, spesso non si riesce a effettuare nemmeno un controllo», ha dichiarato il sindacalista CGIL, che si è espresso «a sostegno del provvedimento, specie per quanto riguarda il necessario monitoraggio degli infortuni, mortali e non: oggi è difficile conoscere dati aggiornati, manca una statistica chiara sul fenomeno e ciò testimonia una scarsa attenzione».

Giuliano Gargano (UIL Venezia) ha dichiarato che «questa proposta di legge ci trova partecipi», nel contesto della battaglia per la sicurezza nei luoghi di lavoro. «Anche noi come UIL abbiamo il mandato di costituirci parte civile nei casi più gravi e di destinare eventuali risarcimenti alle campagne per la salute e la sicurezza sul lavoro. Ben venga questa proposta e speriamo che venga accolta», ha aggiunto il sindacalista UIL.

Alex Tiozzo (ANMIL Venezia) ha ricordato che le 1041 denunce di infortuni mortali ricevute dall’Inail non conteggiano il sommerso. «Siamo di fronte a un bollettino di guerra e questa proposta di legge arriva al momento giusto. Occorre fare di più per diffondere la cultura della sicurezza, specie in un contesto socioeconomico come quello veneto caratterizzato dalla presenza di piccole e piccolissime imprese», ha affermato il presidente Tiozzo, concludendo con una testimonianza personale: «so bene cosa voglia dire andare al lavoro e rischiare di non tornare a casa».

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

Tags : consiglio regionaleConsiglio regionale Venetoincidenti sul lavoroinfortuni sul lavoroMestremorti sul lavoroproposta di leggesicurezza sul lavorosindacale
erika baldin

The author erika baldin

Leave a Response