Venezia, 23 luglio 2024 – «L’uscita della Regione Veneto dalla Fondazione Italia-Cina sarebbe stato un vero e proprio autogol per il nostro territorio, che si è sempre arricchito anche grazie al commercio con l’estero. Sono soddisfatta che se ne sia resa conto anche la maggioranza, dopo i nostri interventi in Aula: come si dice in questi casi, meglio tardi che mai. Rimane il mistero sull’origine di questa iniziativa che, comunque, si è tradotta in una figuraccia per la maggioranza: hanno dimostrato di aver portato in consiglio un provvedimento che non avevano minimamente approfondito». Così la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in consiglio regionale, Erika Baldin, in una nota a commento del rinvio in commissione del progetto di legge 271, sul recesso dalla Italy China Council Foundation, votato all’unanimità dall’assemblea legislativa di Palazzo Ferro Fini.
«In consiglio regionale ho voluto ricordare Marco Polo, illustre veneziano che testimonia i rapporti secolari di Venezia con l’Oriente», aggiunge Baldin. «I motivi della nostra contrarietà al recesso, proposto dalla maggioranza, sono presto detti: in primo luogo, non sta né in cielo né in terra l’argomentazione del risparmio economico, visto che la partecipazione alla fondazione costa alla Regione soltanto 10 mila euro. In secondo luogo, sarebbe un errore privare il tessuto produttivo del Veneto di un punto di riferimento qualificato per l’import-export con la Cina. Per non parlare dei potenziali effetti sul sistema turistico, allergico per natura a qualsiasi forma di isolazionismo e discriminazione: basta che qualche decina di cinesi decida di non venire più in Veneto per azzerare l’ipotetico “risparmio” dell’uscita dalla fondazione», dichiara la consigliera regionale.
Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale