Miteni si dimostra ancora una volta poco trasparente. Si apprende infatti che la Miteni sapeva anche della contaminazione da GenX dall’estate 2017, ma non comunicò alcunché fino a febbraio 2019, data in cui i NOE di Treviso portarono alla luce questa sua ennesima mancanza di comunicazione, multandola. Allo stesso modo, come Movimento 5 Stelle Veneto, ricordiamo che nella Commissione d’inchiesta regionale sui Pfas, la Miteni non ha mai consegnato la documentazione richiesta nonostante la loro promessa di consegnare tutto.
Il 14 novembre 2017, come M5S Veneto, tenemmo una conferenza stampa a palazzo Ferro Fini nella quale chiedemmo alla Regione di sanzionare la Miteni in quanto comunicò solo nel 2013 la contaminazione del sito nonostante lo sapesse già dal 2009. In seguito, il 25 luglio 2018 i NOE di Treviso emisero una multa proprio per questo motivo. Ora chiediamo che la Miteni collabori con gli enti e renda pubbliche tutte le sostanze utilizzate per i suoi processi per riuscire a capire quali e quante siano e poterle quindi ricercare e capirne gli effetti sulla salute dei lavoratori e dei cittadini contaminati e sull’ambiente.
Apprendiamo dalla stampa che il curatore fallimentare Domenico De Rosa non intende iscrivere nell’elenco delle passività della Miteni le sanzioni e le richieste di risarcimento. Dal nostro punto di vista tutti i risarcimenti chiesti dai vari enti e le multe elevate dal NOE devono rientrare nel compendio di quanto Miteni dovrà risarcire a chi è stato danneggiato. Sarebbe l’ennesimo schiaffo in faccia ai cittadini.
Notiamo in tutta questa vicenda l’ennesima scarsa attenzione di tutte le istituzioni, dal comune alla provincia alla Regione, i quali si sono lasciati scappare l’ennesimo tassello di questa eclatante vicenda di inquinamento. Ci congratuliamo con i NOE per questa ennesima multa e invitiamo la Procura a iniziare il processo per rendere giustizia al nostro territorio e ai cittadini.