Venezia, 28 novembre 2024 – La penuria di asili nido, in specie pubblici, si fa sentire all’atto di programmare politiche familiari. Anche in Veneto, dove i 33 posti disponibili per bambine e bambini da zero a due anni, ogni cento nati, sono lontani dai 45 che l’Unione Europea richiede entro il 2030: ancora più preoccupante la situazione nell’area metropolitana di Venezia, che chiude la graduatoria regionale con appena 30 posti, secondo i dati forniti dall’Università di Ca’ Foscari. «È difficile incentivare una coppia a procreare, in queste condizioni -commenta Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- dal momento che conta non solo la stabilità professionale dei futuri genitori, ma anche la rete di servizi esistenti nel territorio».
Giunge da Cona infatti la notizia che la maggioranza di centrodestra ha respinto una mozione avanzata dall’opposizione, la quale chiedeva di avviare con urgenza l’iter per la progettazione e la realizzazione di un asilo nido comunale: «Soprattutto le motivazioni riportate nei media stridono con la realtà e con la logica -prosegue la consigliera- ovvero che la questione sarebbe ancora in fase di studio e che l’iniziativa non avrebbe dovuto essere “lasciata alla minoranza”. Miopia politica, ma soprattutto cattiva amministrazione quella che non fa il bene della cittadinanza».
A tal proposito, Baldin ha intenzione di presentare un emendamento alla manovra economica della Regione, precisamente alla Nota di aggiornamento al DEFR, per chiedere l’incremento e il consolidamento della rete di asili nido pubblici: «Già lo scorso aprile -puntualizza l’esponente del M5S- il Consiglio regionale aveva approvato all’unanimità una mia mozione, volta a impegnare la Giunta a farsi promotrice con il governo riguardo questa carenza e a prevedere maggiori fondi da stanziare a favore di queste strutture, anche nel Comune di Cona che non ha voluto o saputo intercettare le possibilità offerte dal PNRR. Alla maggioranza di palazzo Ferro Fini non resta che dar corso a quanto essa stessa aveva votato, per questo mi aspetto un riscontro positivo».
Contestualmente, è rimasta lettera morta l’approvazione dell’emendamento al bilancio regionale 2024 voluto dall’allora vicepresidente Nicola Finco, il quale intendeva utilizzare il Fondo Sociale Europeo Plus per rendere gratuite le rette degli asili nido pubblici, come accade in Emilia-Romagna e Lombardia: «C’era un miliardo di euro del FSE a disposizione -conclude Erika Baldin- ed è stato adoperato tutto per la formazione. Per questo, nella prossima legge finanziaria regionale, torno a chiedere che venga garantita la gratuità degli asili nido per le fasce ISEE più deboli. Voglio vedere, anche in questo caso, se la maggioranza avrà il coraggio di votare contro ciò che aveva deliberato giusto un anno fa».