Venezia, 9 gennaio 2025 – Perché la Regione del Veneto non ha ottemperato alla sentenza della Corte Costituzionale in materia di assegnazione degli alloggi pubblici, riformandone la disciplina senza più violare il principio costituzionale di eguaglianza? Lo chiede un’interrogazione di Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle, rivolta alla giunta Zaia nei giorni in cui il Tribunale civile di Padova stoppa il bando del Comune di Venezia (improntato proprio alla legge regionale 39/2017), che attribuiva criteri premiali a chi risiede in Veneto da almeno cinque anni.
«Ma prima di questa ordinanza -nota la consigliera- c’era stata la sentenza della Consulta n.67 dell’aprile scorso, la quale aveva dichiarato l’illegittimità dell’articolo 25 della legge veneta, là dove introduceva tale discriminazione. La Regione ha avuto quindi otto mesi per modificare il proprio dettato legislativo, nel senso suggerito dalla Corte, e non l’ha fatto». Anzi, le prime reazioni di palazzo Balbi alla sentenza padovana sono state pure contraddittorie: «Oltre a leggere di un possibile ricorso -osserva Baldin- prima l’assessore Corazzari ha dichiarato che ora “non c’è altra strada che adeguarsi”, poi sostiene che il regolamento rimarrà invariato. Vedo confusione. Delle due l’una: è quindi il caso che il tema rientri con trasparenza nelle sedi istituzionali».
Di qui, appunto, l’atto ispettivo: «Considerato che l’ente dovrebbe agevolare la redazione dei bandi comunali e delle ATER per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica -argomenta l’esponente del M5S- aver disposto norme incostituzionali rallenta questo processo e paralizza l’assegnazione di detti alloggi, molto ambita da una platea le cui cifre esorbitano di gran lunga l’effettiva disponibilità, in un Paese il cui patrimonio edilizio pubblico ammonta alla metà di quello dei Paesi dell’OCSE».
La fame di case, ha confermato il Tribunale, non si ferma davanti al primo slogan, peraltro facilmente aggirabile: «Se l’abitazione è un diritto da soddisfare in via paritaria per tutta la popolazione -conclude Erika Baldin- esso non può essere compresso dal principio “prima i veneti” quando entrano in ballo gli alloggi pubblici. Il fatto che non sia stata segnalata alcuna attività della Giunta né dell’Osservatorio regionale per la Casa al fine di riformare il regolamento n.4 del 2018 certifica che la giunta Zaia manco si è posta il problema, e questa mia interrogazione serve a ricordarlo, invitandola ad ottemperare con urgenza».