«I primi segnali e le moltissime testimonianze fanno temere che, in Veneto, le conseguenze economiche del contagio saranno pesantissime. Le persone che perderanno il lavoro o che vedranno drammaticamente ridotte le loro entrate saranno migliaia. A loro dobbiamo dare un segnale chiaro e veloce. Per questo, anche nella nostra regione, il Reddito di Emergenza è indispensabile, e rappresenta la risposta adeguata alle necessità di tante famiglie». Così Erika Baldin, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, adatta al territorio veneto la proposta del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, sull’adozione di misure straordinarie di aiuto alle persone in difficoltà, che non hanno i requisiti per accedere ad altri ammortizzatori sociali.
«Attualmente – osserva la consigliera M5S – la platea veneta dei percettori del Reddito di Cittadinanza è di oltre 65mila persone (precisamente 65.658 cittadini coinvolti, compresa la pensione di cittadinanza). Quanti saranno allora i veneti che, dopo la fine della pandemia, avranno bisogno di aiuto? Il doppio? Il triplo? Fate due conti e arriviamo a un quarto di milione di persone».
«Certo che serve il Reddito di Emergenza, anche da noi. Quando il Covid-19 allenterà la presa – prosegue Baldin – ci troveremo con le macerie nel settore turistico, nel commercio, nella ristorazione, nella pesca e nell’agricoltura. Qui e altrove, oltre al sostegno per le imprese, serve, da subito, un aiuto ai dipendenti, a tutte le persone che perderanno il lavoro o che lo vedranno ridotto. Pensiamo agli stagionali, ai dipendenti del settore turismo, alla marea di precari di cui non si occupa nessuno, al piccolo artigiano che già prima era con l’acqua alla gola e adesso non sa come pagare le bollette. Dobbiamo proteggerli, perché ci aspetta un cambiamento epocale delle abitudini e della struttura socio-economica».
«Rem, Reddito, sussidio, integrazione. Che sia di emergenza o di ricostruzione, chiamiamolo come volete – afferma Baldin – ma i soldi alla gente normale, che dopo la pandemia farà fatica ad arrivare a fine mese, servono anche qui da noi in Veneto. Se prima il RdC era migliorabile, adesso una qualche misura che finisca nelle tasche vuote dei cittadini – e non solo delle imprese – è indispensabile. Niente bandiere, niente polemiche strumentali, ora pensiamo solo a risollevarci».
A tal proposito, la consigliera regionale di Chioggia cita una riflessione dello storico Yuval Noah Harari apparsa nei giorni scorsi sul Financial Times: “Dobbiamo agire con rapidità e determinazione. Dovremmo anche tener conto delle conseguenze a lungo termine delle nostre azioni. Nello scegliere tra varie alternative, dovremmo chiederci non solo come superare i pericoli immediati, ma anche in che tipo di mondo vivremo quando la tempesta sarà passata”. «E’ così. Credo che il Veneto post pandemia debba riscoprirsi molto più attento verso i più deboli. La nostra società deve tener conto di loro, per potersi dire evoluta e civile».