«Ancora di più dopo la lettera di Papa Francesco all’Avvenire, in cui il pontefice afferma che è giunto il momento di pensare a una forma di retribuzione universale di base, il Reddito di Emergenza entra tra le misure economiche necessarie per gestire la crisi in Veneto». Così Erika Baldin, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, sul REM per le fasce più deboli della popolazione che il Governo inserirà nel decreto Aprile in via di preparazione in queste ore, quello con i nuovi aiuti economici per fronteggiare l’emergenza legata al Coronavirus,
«Purtroppo anche in Veneto le conseguenze economiche del contagio sono e saranno pesantissime. Le persone senza lavoro e senza altri paracadute sociali saranno migliaia. A loro dobbiamo dare un segnale chiaro e veloce. Per questo, anche nella nostra regione, il Reddito di Emergenza è indispensabile, e rappresenta la risposta adeguata alle necessità di tante famiglie. Per capirlo – osserva la consigliera M5S – bastano i dati». Secondo Veneto Lavoro, a un mese e mezzo dall’inizio dell’emergenza Covid-19, in Veneto si sono persi circa 35-40 mila posti di lavoro dipendente, tra mancate assunzioni e diminuzione effettiva delle posizioni lavorative, pari a circa il 2% dell’occupazione dipendente complessiva. Per la Cgia di Mestre l’artigianato rischia di estinguersi e in Veneto, in un solo mese, ha perso 777 milioni di euro di fatturato (il 3,8% del totale annuo) con il 60% delle imprese artigiane chiuse causa virus.
«Quanti saranno i veneti che dopo la fine della pandemia, restando esclusi dalla Cig e da altri sussidi, avranno bisogno di aiuto concreto? Un’idea può darcela la platea veneta di quanti usufruiscono del Reddito di Cittadinanza: attualmente è di oltre 65mila persone (precisamente un totale di 65.658 persone coinvolte, nei 31.382 nuclei familiari percettori, compresa anche la pensione di cittadinanza: QUI SOTTO I DATI PER PROVINCIA). A cui si possono aggiungere – prosegue Baldin – gli stagionali, i dipendenti del turismo e della ristorazione, la marea di precari di cui non si occupa nessuno, il piccolo artigiano che già prima era con l’acqua alla gola, adesso non sa come pagare le bollette e chiede aiuto al parroco o al sindaco. Dobbiamo proteggerli, perché ci aspetta un cambiamento epocale delle abitudini e della struttura socio-economica».
«Che sia di emergenza o di ricostruzione, chiamiamolo come volete – conclude Baldin – ma i soldi alla gente normale, che dopo la pandemia non arriverà a fine mese, servono anche qui da noi in Veneto perché, purtroppo, non siamo un’isola felice. Senza bandiere, senza polemiche strumentali, ora pensiamo solo a risollevarci.».
Dati RdC + PdC per provincia (al gennaio 2020)
Provincia | nuclei familiari | persone totali coinvolte |
Belluno | 863 | 1574 |
Padova | 6369 | 13438 |
Rovigo | 2250 | 4816 |
Treviso | 4555 | 9873 |
Venezia | 6039 | 11870 |
Verona | 6561 | 14147 |
Vicenza | 4745 | 9940 |
Tot. Veneto | 31382 | 65658 |
martedì 14 aprile 2020