«Il provvedimento che arriva da Vicenza chiude le porte in faccia alla storia e le apre a certi estremismi di ritorno. Un fatto che non deve passare in cavalleria, e che cozza pericolosamente contro i principi della Costituzione». Così Erika Baldin, consigliera regionale veneta del Movimento 5 Stelle, dopo che il Consiglio comunale di Vicenza ha eliminato la ‘clausola antifascista’, ovvero l’obbligo per chi chiede l’utilizzo di uno spazio pubblico di dichiarare di ‘riconoscersi nei principi fondamentali della Costituzione italiana e dello statuto comunale e di ripudiare il fascismo’.
«C’è poco da stare allegri – osserva la consigliera M5S – se lo uniamo con la vicenda che da settimane si trascina a Campolongo Maggiore, nel veneziano, con un cittadino che ostenta sul pennone in giardino, in centro paese, una bandiera di guerra nazista, con il pretesto che è un vessillo storico della marina del Terzo Reich».
«Guai a prendere sottogamba certi episodi — conclude Baldin – Sono la punta di un iceberg composto da valori in cui non ci riconosciamo, contrari alla democrazia e alla libertà di espressione. Lo affermo con ancor più sdegno proprio oggi, 10 giugno. Ottanta anni fa, da un balcone romano divenuto tristemente famoso, veniva proclamata l’entrata in guerra dell’Italia. Una “decisione irrevocabile” che nemmeno i nostri figli e nipoti smetteranno di pagare. Spero che, di fronte agli episodi di Vicenza e Campolongo Maggiore, qualcuno se lo ricordi».
mercoledì 10 giugno 2020
Nell’immagine, tratta da Wikipedia, Piazza Venezia a Roma gremita per l’annuncio della Dichiarazione di guerra, il 10 giugno 1940
AGGIORNAMENTO. Ecco qui sotto il rilievo delle mie dichiarazioni sui mass media, come puoi vedere anche nella pagina della rassegna stampa.