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GLI AUMENTI ESPONENZIALI DELLE RETTE NEGLI ASILI NIDO DI CAVARZERE SONO EFFETTO DEI TAGLI DELLA MELONI E DELLA MANCATA ADDIZIONALE IRPEF DELLA GIUNTA ZAIA

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Venezia, 9 gennaio 2025 – Gli effetti dell’ennesimo, ingente taglio dei finanziamenti ai Comuni, operato nella legge nazionale di bilancio dal governo Meloni, già si vedono una volta calati in periferia. A farne le spese, ad esempio, sono i genitori di Cavarzere, con figlie e figli in età da asilo nido, che si sono visti aumentare le rette anche del 124%: «Un aumento intollerabile, specie per le modalità con il quale è stato comunicato dalla locale amministrazione di centrodestra -osserva Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- la quale lascia ben poca scelta se non l’adesione o la rinuncia al servizio, particolarmente gravosa nel caso entrambi i genitori siano fuori al lavoro».

La “filiera”, quindi, colpisce indiscriminatamente le amministrazioni di ogni colore politico: «Ormai è palese -continua la consigliera- che eleggere rappresentanti allineati al governo nazionale o alla Giunta regionale non dà alcun vantaggio, preferenza oppure occhio di riguardo, se l’intento è tagliare sempre e comunque, come tipico di queste destre». Baldin ricorda anche la decisione ormai consolidata della giunta Zaia, la quale ancora una volta rinuncia all’addizionale IRPEF sopra i redditi più alti: «Essa consentirebbe, ad esempio, proprio di venire incontro alle esigenze di tutti i Comuni per le rispettive politiche sociali, redistribuendo la ricchezza e sollevando dal disagio chi sta indietro. Ma in Regione si vantano di “non mettere le mani nelle tasche della cittadinanza”, cosa peraltro non vera se poi il risultato comporta aumenti delle tariffe e privazioni specie in campo sociale».

Alla Regione del Veneto, l’esponente del M5S imputa anche di non dar corso alle proprie stesse deliberazioni: «Lo scorso aprile il Consiglio aveva approvato all’unanimità una mia mozione, che impegnava la Giunta di palazzo Balbi proprio a farsi promotrice con il governo riguardo la carenza di asili nido pubblici nel territorio, e a valutare modifiche alla stessa programmazione regionale, nel senso di prevedere maggiori fondi da stanziare a favore di queste strutture. La cosa è però rimasta lettera morta, tanto che all’ultimo bilancio ho depositato un emendamento, volto a incrementare e consolidare questa rete, anche là dove i Comuni (è il caso della vicina Cona) non hanno voluto o saputo intercettare i fondi del PNRR, come accaduto invece nella realtà virtuosa di Mira. Ma la maggioranza di destra ha respinto il proposito, contribuendo anche all’attuale situazione di Cavarzere».

Non solo: nel bilancio veneto di fine 2023, tra le polemiche interne era passato un emendamento dell’allora vicepresidente del Consiglio regionale Nicola Finco, il quale intendeva utilizzare il Fondo Sociale Europeo Plus per rendere gratuite le rette degli asili nido pubblici, come accade in Emilia-Romagna e Lombardia: «C’era un miliardo di euro del FSE a disposizione -conclude Erika Baldin- ma è stato adoperato tutto per la formazione. Avevo chiesto, in sede di approvazione della legge finanziaria regionale, che venisse dato corso pratico all’emendamento Finco e quindi garantita la gratuità degli asili nido per le fasce ISEE più deboli. Ma anche in questo caso la maggioranza ha avuto il coraggio di votare contro ciò che aveva deliberato giusto un anno prima. Alla popolazione dico che non è indifferente chi si va a sostenere col voto: destra significa tagli ai Comuni, disattenzione per le politiche a favore delle famiglie, e aumenti ai servizi sociali essenziali come gli asili nido».

erika baldin

The author erika baldin

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