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HOTEL BAUER A VENEZIA, 200 LAVORATRICI E LAVORATORI NON POSSONO TRASCORRERE IL NATALE NELL’INCERTEZZA: AMMORTIZZATORI SOCIALI SUBITO!

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Venezia, 14 dicembre 2022 – L’increscioso episodio del camion recante l’effigie di Mussolini, rimosso sempre troppo tardi durante le operazioni di sgombero dell’hotel Bauer a Venezia, rischia di far passare in secondo piano lo stallo nella situazione dei circa 200 lavoratrici e lavoratori (90 dei quali a tempo indeterminato) che rischiano il licenziamento collettivo dalla struttura, in pendenza della lunga ristrutturazione aziendale che porterà alla riapertura solo nel 2025.

Martedì l’incontro interlocutorio nel palazzo Grandi Stazioni della Regione Veneto, con le rappresentanze sindacali e datoriali, non ha fornito ancora alcuna certezza relativa al futuro delle maestranze: «Lo smantellamento dell’immobile continua -nota amareggiata Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- ma di impiegati e operai nessuna traccia nella programmazione futura, come fossero invisibili. Sono diventati anch’essi “oggetti” da smaltire?».

La richiesta della CGIL, ovvero una cassa integrazione a carico dello Stato per l’80% e la riassunzione automatica in servizio quando l’hotel riaprirà i battenti, non è stata ancora accettata dalla società Signa che dirige l’albergo, la quale prima vuole verificare i conti, poi si atterrà comunque alle indicazioni del subentrante, il gruppo cinese Rosewood. «È inaccettabile -prosegue la consigliera regionale- che duecento persone vengano lasciate nel limbo, tra i sommersi e i salvati, solo perché un cartello o un fondo decide di poterne fare a meno. Si tratta di lavoratrici e lavoratori anche vicini all’età della pensione, per tutte e tutti la congiuntura dice che c’è difficoltà a trovare un reimpiego nel settore a Venezia, nonostante anni di professionalità dimostrata ad alti livelli».

Baldin è d’accordo con il sindacato quando afferma che «il licenziamento collettivo sarebbe un precedente pericoloso, perché aprirebbe le porte ad analoghe soluzioni quando ci si potrà trincerare dietro una ristrutturazione straordinaria», e torna a invocare l’adozione di un ammortizzatore sociale universale: «Sono intervenuta anche nell’aula del Consiglio regionale, attraverso un’interrogazione -conclude l’esponente del M5S- e preannuncio già un ordine del giorno al bilancio veneto, che è in fase di discussione. I dati del mese di ottobre, riguardo l’occupazione e i licenziamenti, sono tornati negativi, e penso che a quelle duecento persone bisogna dare risposte sicure affinché non trascorrano il Natale in una drammatica incertezza».

Tags : ammortizzatori socialisindacale
erika baldin

The author erika baldin

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