Se si fosse trattato del vecchio assegno di fine mandato non ci saremmo nemmeno posti il problema e anzi avremmo fatto tutto il possibile affinché anche gli altri consiglieri regionali vi rinunciassero.
Il classico assegno di fine mandato era una cifra “X” che un consigliere prendeva a prescindere dalla durata del mandato, in pratica una lotteria che per il solo fatto di essere entrato in consiglio aveva di diritto.
A partire da questa legislatura invece, l’AFM è di fatto un TFR che prevede l’accantonamento di una mensilità lorda all’anno (6600 euro) con la partecipazione da parte del consigliere di una quota che nei 5 anni sarà di 11.880 euro su un totale di 33.000.
“Da quando ho 19 anni ho sempre lavorato, anzi da 16 se contiamo anche il periodo estivo – spiega Simone Scarabel, capogruppo M5S in consiglio regionale – ed alla fine del rapporto di lavoro ho ricevuto il TFR, che come operaio è interamente a carico dell’azienda. Per noi del M5S, questo è un lavoro che facciamo per massimo due legislature, poi tornerò a lavorare come ho fatto fino al 31 maggio 2015, visto che sono in aspettativa e il mio lavoro mi piaceva molto”.
Per coerenza con quanto abbiamo detto in campagna elettorale, abbiamo comunicato al Presidente del Consiglio subito dopo l’adesione, che ricalcoliamo il TFR nella quota di 5.000 euro l’anno visto che la paga 5 stelle è 5000 euro lordi al mese, quindi a conti fatti andremo a contribuire per circa la metà, 11.880 noi e 13.120 il consiglio, gli 8.000 restanti saranno destinati per attività benefiche come i 52.220 euro per i danni del tornado, e anzi presto comunicheremo la quota risparmiata il secondo semestre e valuteremo come impiegarla, sempre nel massimo interesse dei cittadini del Veneto!
Se tenete conto che nel primo anno ho risparmiato di tasca mia 34.000 euro, non credo proprio di aver qualcosa da nascondere, anzi rischiamo di ostentare un’onestà che rischia di essere pure antipatica per i nostri colleghi.
La consigliera regionale M5S Erika Baldin aggiunge che alla fine del mandato si riserverà di devolvere quota parte del tfr in beneficenza a chi verserà in stato di bisogno: “In quest’anno di mandato ho conosciuto tantissime persone che fanno fatica a vivere e pensare di riuscire ad alleviare le loro sofferenze mi fa stare bene. Lo Stato ha abbandonato al loro destino famiglie, disoccupati e i più deboli della società. Spero di essere da esempio per la politica, voglio far tornare la solidarietà e l’empatia verso chi soffre, questo è il senso del mio mandato”.