Venezia, 17 dicembre 2024 – «La rappresentanza parlamentare arrivata a Roma grazi ai voti conseguiti a Venezia e nella sua area metropolitana si dia da fare con urgenza per aumentare sensibilmente la quota della Legge Speciale spettante ai Comuni e alla Regione». Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, striglia le elette e gli eletti del territorio (in particolare nella maggioranza di centrodestra) affinché la legge statale di bilancio per il 2025 e gli anni a venire non dimentichi le prioritarie esigenze della laguna e della terraferma: «I cinque milioni raggranellati da un emendamento leghista sono una cifra risibile -continua la consigliera- in specie considerando che l’ultima erogazione, ora in scadenza, ne prevedeva 28 annui e che le richieste dalla città ammontano almeno a 150 milioni per ogni esercizio».
Non è una soluzione nemmeno affidare ulteriori risorse all’Autorità per la Laguna anziché agli enti locali: «Detta Autorità, peraltro non ancora funzionante -rimarca Baldin- assorbe le competenze del Provveditorato alle Opere Pubbliche e risponde direttamente al Ministero per le Infrastrutture, non alla città. Pertanto, le somme richieste che sono di capitale importanza vanno attribuite a chi fin dal 1973 ne ha la competenza, ovvero gli organi votati dalla cittadinanza, non nominati nelle stanze romane. È qui che grazie a quei fondi si risanano edifici storici, si mettono in sicurezza ponti e argini, si garantisce l’abitabilità degli alloggi minacciati dal moto ondoso, dal transito delle grandi navi da crociera e dal persistente rischio chimico».
L’esponente del M5S ricorda che solo una settimana fa, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato il suo emendamento al Documento di Economia e Finanza, che censura l’inopinata inerzia del governo Meloni e della maggioranza che lo sostiene: «Ora Brugnaro e Zaia fanno la voce grossa -conclude Erika Baldin- ma è contro la loro stessa filiera politica che devono agire, e la popolazione deve sapere che eleggendo le destre il risultato è sempre lo stesso: tagli, tagli e ancora tagli. Ai partiti di governo, Venezia non interessa; e così l’urgenza di salvaguardarla agli occhi del mondo. I provvedimenti del 1973, del 1984 e del 1992 costituiscono la sua vera autonomia, e sostiene anche l’intera gronda: prova ne sia la futura ciclabile che unirà Malcontenta di Mira al sito archeologico di Sant’Ilario, finanziata proprio dalla Legge Speciale».