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Venezia, 23 ottobre 2024 – Il rubinetto della Legge Speciale per Venezia comincia a seccare, e dalla prossima legge di Stabilità dell’esecutivo nazionale non si prevedono sorprese positive. «Sono perfino gli amministratori locali di centrodestra -commenta Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- a implorare la presidente Meloni e il suo governo di allargare i cordoni della borsa, in modo da far fronte alle esigenze primarie di un territorio così particolare come la città d’acqua, alla quale non possono bastare i 28 milioni rimasti in cassa».

La consigliera enumera gli aspetti che intersecano il rifinanziamento della legge, approvata nel 1973 a seguito delle alluvioni di sette anni prima: «In primis la qualità ambientale della laguna, riconosciuta e protetta dalla stessa UNESCO. Il che compendia anche la sicurezza idraulica, messa a rischio dal moto ondoso, dalla chimica di Porto Marghera e dalle grandi navi da crociera.

Ma anche la difficoltà che hanno alcune categorie, penso per esempio al personale medico o giudiziario, a stabilirsi nei sestieri dopo che hanno vinto un concorso al fine di poter esercitare proprio a Venezia, oggi inospitale per chi desidera stabilirsi o permanere nella propria residenza».

Mentre accelera la definizione delle materie oggetto di autonomia differenziata per il Veneto, Baldin rileva come «la Legge Speciale è la vera autonomia che regge da cinquant’anni le sorti di Venezia e del suo circondario.

Fare senza è impossibile, e finora tutti i governi l’hanno capito con più o meno difficoltà, tranne quello in carica. Se non venisse rifinanziata decadrebbero molti servizi pubblici, e confermerebbe quello che già pensiamo, ovvero che a Fratelli d’Italia e ai suoi alleati delle esigenze di Venezia non interessa, se non continuare a metterci le mani sopra per lottizzare equilibri di potere».

Esattamente un anno fa, il Consiglio regionale del Veneto aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno, promosso dalla stessa esponente del M5S, il quale appunto chiedeva alla Giunta di palazzo Balbi un impegno con le istituzioni romane al fine di far affluire dopo tredici anni le necessarie risorse al capoluogo e alla gronda: «Dopo dodici mesi -conclude Erika Baldin- siamo al punto di partenza. Si vede che le interlocuzioni non sono state positive, sempre che siano avvenute, nonostante lo stesso presidente Zaia si sia prodigato a parole nei mesi precedenti.

Nei prossimi giorni Venezia sarà visitata dalla commissione ispettiva dell’UNESCO, e non può permettersi di perdere questa importante tutela, da parte di chi riconosce una specificità planetaria che trascende ogni confine. Siamo giustamente preoccupati, ed è ora che anche al governo se ne rendano conto, disponendo risorse altrettanto speciali».

erika baldin

The author erika baldin

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