«Oltre ai rischi principali analizzati da Xdi, come inondazioni e incendi, proprio in questi giorni stiamo assistendo “in diretta” alle conseguenze del cambiamento climatico. La siccità record ha svuotato i canali di Venezia e l’assenza di precipitazioni, che si protrae dal 25 gennaio, fa sì che l’inquinamento atmosferico abbia superato i livelli di soglia. L’aria che respiriamo è piena di polveri sottili, da giorni oltre i livelli di legge tanto che Arpav ha assegnato il livello di allerta massima per le PM10 – corrispondente a 10 giorni di sforamenti consecutivi – nelle aree di Venezia, Vicenza, Este e Badia Polesine», sottolinea Baldin.
«Siamo di fronte a un quadro allarmante, anche se ampiamente previsto. E l’analisi della società australiana ci avverte che da qui in avanti il rischio che le cose peggiorino è concreto», avverte la consigliera regionale, che aggiunge: «Serve un rapido e deciso cambio di rotta. Non è accettabile che il Veneto prima regione in Italia per rischio climatico sia anche la prima per consumo di suolo, con 684 ettari cementificati nel 2021 e l’11,9% di suolo consumato».
«Non possiamo continuare a costruire strade come la Pedemontana e a non investire nel trasporto pubblico, abbandonando il progetto del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) avviato negli ottanta e mai completato. E non possiamo certo continuare a progettare nuovi inceneritori, come quello di Eni a Marghera accanto all’impianto già esistente di Fusina, quando dovremmo guardare all’economia circolare e alla strategia Zero Waste», conclude Baldin, ricordando che dal 2021 grazie a un suo emendamento la programmazione regionale contenuta nel DEFR prevede la riduzione degli impianti di incenerimento oltre al progressivo abbandono dello smaltimento in discarica, a favore di obiettivi di riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti.
Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale