Venezia, 13 giugno 2023 – Inceneritore di ENI per i fanghi a Porto Marghera, la Regione del Veneto non prende posizione e demanda tutto alla valutazione d’impatto ambientale. È quanto emerge dalla risposta che l’assessore all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, ha espresso -a nome della giunta- nei confronti dell’interrogazione a risposta immediata che la capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, aveva avanzato il 18 gennaio scorso, relativa alla potenziale pericolosità dell’impianto per la salute della popolazione circostante.
«Anche dopo le integrazioni chieste dalla Regione e fornite dall’ENI -commenta la consigliera- tutto rimane appeso alla VIA, che dovrà anche constatare la vicinanza locativa del progetto al termovalorizzatore di Veritas, contro il quale da tempo si mobilitano i comitati di Fusina e dell’adiacente Riviera. Niente di nuovo rispetto a quanto già si conosce, comunque: ancora una volta dalla Regione arriva una risposta meramente burocratica, che non entra nel merito».
Baldin, in sede di replica, ha sollevato ancora una volta il tema dei biomonitoraggi da organizzare, con riguardo alla salute delle cittadine e dei cittadini residenti in zona: «Li chiediamo e attendiamo da anni, e non risulta siano ancora stati resi operativi. Peraltro è lo stesso management di ENI, fin dalla presentazione al pubblico lo scorso 3 aprile, a non negare che all’interno dell’impianto potrebbero venire bruciati anche fanghi contenenti PFAS, il che espone la cittadinanza ad ulteriori rischi per la propria incolumità, e i terreni coltivati ad ospitare prodotti non certo salubri».
Le 190mila tonnellate annue di fanghi da incenerire sono state oggetto, lunedì, di una seduta di commissione consiliare nel Comune di Venezia: «Mi trovano d’accordo -continua la coordinatrice metropolitana del M5S- le considerazioni espresse da Gianfranco Bettin, ovvero l’anacronistico ricorso alla combustione da parte di un’impresa che, pur avendo già superato il cracking e avviato la riconversione della raffineria, in questo caso non procede attraverso il riciclo dei rifiuti».
L’impianto di ENI, inoltre, sorgerebbe a poche centinaia di metri in linea d’aria dall’agglomerato urbano di Malcontenta: «A tal proposito -conclude Erika Baldin- i media riportano le ultime rilevazioni di ARPAV (dal 17 febbraio al 12 aprile) riguardo il benzene nell’aria, con ben 44 sforamenti rispetto ai limiti, alcuni anche ingenti. Ricordo che nei pressi sorge una scuola primaria, e che le patologie respiratorie indotte da agenti inquinanti si manifestano con particolare violenza durante l’età evolutiva delle bambine e dei bambini».