Venezia, 24 febbraio 2025 – «La sigla SPISAL significa Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro. Quindi le ispezioni preventive sono parte integrante del mandato coperto dai tecnici dell’ULSS. È incredibile che un consigliere regionale come Dolfin ignori questo aspetto del loro lavoro». Non si fa attendere la replica di Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a palazzo Ferro Fini, alle critiche ricevute da parte del collega leghista, riguardo alla tragedia avvenuta lo scorso venerdì in un cantiere di Sottomarina. Con il giovane Andrea Canzonieri, ammontano già a otto le vittime nei luoghi di lavoro in Veneto dall’inizio del 2025, delle quali la metà nell’area metropolitana di Venezia.
Continua la consigliera: «Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. L’impegno delle operatrici e degli operatori dello SPISAL ad accertare cause e responsabilità di un infortunio non esonera dai controlli preventivi, che anche le organizzazioni sindacali hanno denunciato essere troppo pochi. La CGIL, ad esempio, giusto in queste tristi ore ha parlato di “personale dimezzato” e chiesto un tavolo regionale per triplicarne la dotazione, al fine di incrementare il numero e l’efficacia dei controlli. Sono io a dissociarmi da un modo di fare politica che respinge e non ascolta le richieste provenienti dalla società».
Baldin ricorda che anche Marco Dolfin, come il resto della maggioranza, ha votato contro l’emendamento al bilancio, da lei stessa avanzato per incrementare i finanziamenti destinati agli SPISAL di tutto il Veneto, per il tramite delle ULSS: «Non solo -aggiunge l’esponente del M5S- ma va anche sottolineato come già cinque anni fa il presidente Zaia aveva promesso l’adeguamento del personale alle previsioni di pianta organica, ma la cosa non è mai accaduta. Solo una delle tante promesse da marinaio del vertice esecutivo della Regione, ed è già significativo che Dolfin si sia accorto delle carenze nel settore, dovute anche all’inazione politica dei suoi».
Anche le difese “d’ufficio” di questi giorni lasciano il tempo che trovano: «Fermo restando che nessuno, a questo stato delle indagini, vuole attribuire colpe all’impresa o addirittura al povero ragazzo -conclude Erika Baldin- trovo assurdo nascondersi dietro un dito o, peggio, chiudersi a riccio in difesa del proprio e altrui potere con capacità di nomina. Invito piuttosto Dolfin a votare a favore dei futuri atti che presenterò e che saranno vocati a fornire le donne e gli uomini degli SPISAL di maggiori risorse e mezzi. Perché stia pur certo che lo farò, e che non mi fermerò qui solo perché il caso riguarda Chioggia».