Venezia, una delle cinque città più inquinate dell’anno continua a mantenere livelli di Pm10 oltre il limite, perfino al doppio. La città ha totalizzato 62 superamenti del limite giornaliero che secondo le direttive europee non dovrebbero superare i 35 nel corso di un intero anno.
Il sindaco Brugnaro ha però dichiarato di non voler prendere nuove misure per far fronte all’emergenza, nonostante la richiesta del territorio.
Manuel Brusco, membro della commissione ambiente per il M5S ricorda: “La regione ha dato pieni poteri ai sindaci per far fronte all’emergenza, ma se alcuni di loro, come Brugnaro, non intendono fare nulla è necessario che si intervenga. Mi auguro che anche dopo i prossimi venti e le prossime piogge i veneziani si ricorderanno di come li ha abbandonati il proprio sindaco nel momento dell’emergenza”.
La consigliera regionale della provincia di Venezia Erika Baldin, già in scontro con Brugnaro su altri temi interviene: “Medici e pediatri di famiglia veneziani nei giorni scorsi hanno scritto una lettera al Sindaco per denunciare un aumento costante delle malattie cardiorespiratorie dovuto proprio allo smog e alla mancanza di misure capaci di ridurre le fonti di emissioni e ridurre le concentrazioni di polveri sottili.
Un sindaco dovrebbe ascoltare e andare in soccorso ai suoi cittadini, non guardarli respirare polveri sottili nell’indifferenza.
Come M5S i miei colleghi in consiglio comunale hanno già avanzato delle proposte alle quali Brugnaro si è sempre dimostrato sordo.
Chiediamo come misura di emergenza il fermo temporaneo degli impianti più impattanti, ad esempio la centrale a carbone Palladio, ed un intervento immediato per contenere le emissioni del porto commerciale e passeggeri.
Poi, a medio termine un maggiore impegno per la rottamazione delle stufe tradizionali con impianti ad alta efficienza energetica.
Poi ci sono le proposte a lungo termine, da adottare per prevenire altri disastri come questo: azzerare i sussidi all’industria petrolifera; potenziare i fondi europei (Life, Cosme e Horizon 2020) per la tutela della biodiversità e degli ecosistemi. Azioni di cui vedremo gli effetti in futuro ma che devono essere intraprese ora”, conclude Baldin.