Venezia, 8 febbraio 2025 – Striscioni, flash mob, petizioni online. E ora anche un’interrogazione in Consiglio regionale: la vicenda di Alberto Trentini, il cooperante veneziano detenuto nelle carceri del Venezuela dopo essere stato arrestato lo scorso novembre ad un posto di blocco, tiene banco nella società e approda alla massima assemblea veneta grazie all’atto che verrà depositato da Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle, e che è stato sottoscritto anche dal capogruppo di Europa Verde, Renzo Masolo.
Il 45enne del Lido era appunto in missione nel Paese sudamericano per conto delle organizzazioni internazionali Humanity e Inclusion: ieri sera, nella sua isola, anche una fiaccolata ha chiesto la liberazione dell’uomo. «Come per la giornalista Cecilia Sala -esordisce la consigliera- l’arresto di Trentini scuote le coscienze, e conferma quanto grave sia la situazione a livello internazionale, se una giornalista e un volontario non possono svolgere il loro lavoro entro scenari critici».
Baldin e Masolo interrogano la Giunta regionale per conoscere se essa intende farsi parte attiva verso il governo nazionale, al fine di accertarsi che ad Alberto Trentini sia garantita la piena tutela legale dei diritti del carcerato, secondo le garanzie del diritto internazionale, e di chiedere alle autorità del Venezuela la sua immediata scarcerazione. Un analogo atto, in Parlamento, è stato avanzato da alcune deputate e deputati del Partito Democratico, e rivolto al ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Fino ad oggi ciò che è stato reso noto alla famiglia, dopo oltre due terribili mesi di silenzio, sono comunicazioni e prove definite “certe” dall’agenzia giornalistica ANSA, riguardanti il buono stato di salute di Alberto in carcere.
Come nella vicenda Sala, l’attività di intelligence predisposta dai Servizi di informazione e sicurezza continua sotto traccia la propria opera riservata, al fine di riportare a casa il cooperante italiano: «Il Venezuela -ricorda l’esponente del M5S- vive da tempo una situazione di cronica instabilità, successiva al discusso esito delle ultime elezioni presidenziali». In riferimento alla recente ondata di arresti, tra i quali quello di Alberto, il presidente Nicolás Maduro ha parlato di “mercenari in preparazione di attentati” alla sicurezza dello Stato: «Ma Trentini invece è arrivato nel lontano Paese per compiere atti di solidarietà verso la popolazione stremata dalla situazione economica e sociale. Chiediamo con forza che sia liberato senza condizioni, e che possa ritornare ai suoi affetti e alla vita civile», conclude Erika Baldin.
INTERROGO LA GIUNTA VENETA PER CONOSCERE SE INTENDA AGIRE CON IL GOVERNO NAZIONALE, AL FINE DI CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI ALBERTO TRENTINI DAL CARCERE VENEZUELANO
I familiari di Alberto Trentini, il cooperante italiano originario di Venezia fermato il 15 novembre dall'autorità del Venezuela e di cui non si hanno più notizie, lanciano un appello "al Governo italiano" al fine di "porre in essere tutti gli sforzi diplomatici possibili e necessari, aprendo un dialogo costruttivo con le istituzioni Venezuelane, per ripotare a casa Alberto e garantirne l'incolumità". In una nota diffusa dalla famiglia e dall'avvocato Alessandra Ballerini, si ricostruisce la vicenda di Trentini che si trovava in Venezuela per una missione con la Ong Humanity e Inclusion per portare aiuti umanitari alle persone con disabilità, 14 gennaio 2025. NPK ANSA