close
Comunicati stampaPolitiche socialiSanità

LA CONVENZIONE TRA ULSS 6 EUGANEA E MOVIMENTO PER LA VITA DI CAMPOSAMPIERO AUTORIZZA LA PROPAGANDA IN OSPEDALE: ENNESIMO ATTACCO CONCENTRICO ALLA 194

1190×744

Venezia, 2 gennaio 2025 – Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, esprime il proprio disappunto per la convenzione quadriennale che, due giorni prima di Natale, l’ULSS 6 Euganea ha sottoscritto con il Movimento per la Vita di Camposampiero, con l’asserito fine di sostenere le donne in difficoltà a seguito di gravidanza, maternità o aborto. Allo scopo, l’associazione opera colloqui nella propria sede, fornisce latte e pannolini e richiede contributi per le madri in difficoltà.  

«Ben più stringenti gli impegni assunti dall’ULSS padovana -commenta la consigliera- ovvero informare le donne dell’esistenza e dell’attività del Centro di Aiuto alla Vita, anche attraverso il proprio personale dipendente, ma soprattutto collaborare con i volontari dell’associazione stessa, anche consentendo l’affissione di materiale di propaganda all’interno dell’ospedale di Camposampiero e nei distretti sanitari dell’Alta Padovana. Mi chiedo se analogo trattamento sia riservato anche ad altre realtà del volontariato, e segnatamente ai consultori femministi pro-choice».

L’iniziativa, secondo Baldin, si inquadra in una serie di attacchi concentrici alla legge 194 del 1978, caposaldo delle conquiste femminili di massa: «Ciò che accade a Camposampiero è l’applicazione di un disegno di legge, promosso da Fratelli d’Italia e approvato dal Senato lo scorso aprile, il quale autorizza le associazioni pro vita a entrare nella sanità pubblica per dissuadere coloro che hanno intenzione di abortire. Mentre a palazzo Madama giace il tentativo, sempre dei seguaci della Meloni, di estendere all’embrione la capacità giuridica, nel diritto italiano connaturata all’effettiva nascita. E sono arrivate in Parlamento le firme al disegno di legge di iniziativa popolare per fare in modo che le donne intenzionate ad abortire siano costrette ad ascoltare il battito cardiaco del feto».  

Senza contare l’eccessivo numero di medici, anestesisti, infermieri obiettori all’applicazione della 194: «Proprio la provincia di Padova -osserva l’esponente del M5S- registra il triste record, con il 72.7% di astensionisti, a fronte del 67.6% in Veneto (43.1% gli anestesisti) e del 63.4% nazionale. I dati forniti dal Ministero sono peraltro fermi al 2021, e questo conferma la fatica a ottenerne di aggiornati, più volte denunciata ad esempio dall’associazione Coscioni e dalle attiviste Chiara Lalli e Sonia Montegiove attraverso la ricerca Mai Dati».

Eppure la legge 194 attribuisce alle Regioni il compito di garantire che la procedura di interruzione volontaria di gravidanza venga effettuata all’interno delle strutture pubbliche, mettendo fine alla piaga degli aborti clandestini, pericolosa per la salute della donna: «Per questi motivi -conclude Erika Baldin- ho depositato un progetto di legge regionale, a mia prima firma, per limitare gli obiettori all’applicazione della 194, obbligando le ULSS venete a garantire sempre un numero minimo operativo in ogni ospedale e in ogni turno.

E in precedenza avevo già ottenuto che tra i criteri di valutazione dei direttori generali delle ULSS da parte della Regione, necessari per la loro conferma o sostituzione nell’incarico, figuri anche l’effettiva praticabilità dell’interruzione volontaria di gravidanza in ciascuna struttura di cui sono responsabili. La stessa 194 prevede che il Servizio sanitario regionale debba in ogni caso assicurare l’effettuazione di questi interventi, eventualmente ricorrendo alla mobilità del personale. Non dovrebbero essere le donne a spostarsi, neanche da Camposampiero e dall’Alta Padovana».

erika baldin

The author erika baldin

Leave a Response