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LA LINGUA DEI SEGNI ENTRA FRA GLI STRUMENTI DI INTEGRAZIONE NELLE POLITICHE SOCIALI DELLA REGIONE VENETO: IL CONSIGLIO APPROVA IL MIO EMENDAMENTO AL BILANCIO

Venezia, 12 dicembre 2024 – La lingua italiana dei segni, quale strumento d’integrazione per garantire nella Regione del Veneto una pianificazione e programmazione delle politiche sociali più rispondenti al contesto territoriale, rispettandone i livelli essenziali. L’ingresso della LIS tra gli strumenti operativi dell’ente è stato deliberato mercoledì dal Consiglio veneto, tramite un emendamento avanzato dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, al Documento di Economia e Finanza Regionale: «Ravviso la necessità -spiega la consigliera- di investire in ogni specifico intervento sociale la promozione della lingua dei segni, come peraltro disposto dal Piano triennale approvato lo scorso mese».

Il 12 novembre, infatti, l’assemblea di palazzo Ferro Fini aveva licenziato la proposta di deliberazione amministrativa numero 86, ovvero il piano per l’inclusione delle persone con disabilità uditiva: «In esso -continua Baldin- figurano la rimozione delle barriere alla comunicazione e anche il riconoscimento della lingua dei segni tattile, nella pubblica amministrazione vocata alle politiche sociali. Oggi il Consiglio dà seguito a quella delibera, integrando la promozione della LIS in ogni intervento, al fianco degli altri servizi educativi e culturali, alle politiche attive del lavoro e in tutti gli aspetti del welfare».

In tale occasione, l’esponente del M5S era stata correlatrice del provvedimento: «Anche se quello regionale è un buon esempio di legislazione -conclude Erika Baldin- esso non avrebbe avuto piena attuazione, senza la puntualizzazione nel presente bilancio grazie all’emendamento appena approvato.
Tra le carenze del precedente piano triennale vi era la mancanza di trasmissioni in lingua italiana dei segni, e non erano stati approntati contributi culturali adeguati alle persone con deficit sensoriali: anche per far fronte a queste esigenze abbiamo incontrato e ascoltato le associazioni. Vorremmo che il sistema sanitario veneto fosse calibrato a misura delle persone sorde, così come i trasporti».

erika baldin: