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LA REGIONE ASCOLTI L’APPELLO DEGLI OPERAI DI VERSALIS: GARANTIRE UN FUTURO INDUSTRIALE A PORTO MARGHERA NELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA, SALVANDO I POSTI DI LAVORO

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Venezia, 24 aprile 2025 – Il recente sciopero dei dipendenti di Versalis, l’azienda chimica del gruppo ENI a Porto Marghera, ha acceso un faro riguardo il futuro del sito industriale alle soglie della laguna. Tra una Zona Logistica Semplificata in espansione, ma ancora carente di certezze finanziarie per i prossimi anni, e una transizione ecologica annunciata e non del tutto effettiva, dell’argomento si occuperà anche il Consiglio regionale del Veneto.

«Ho infatti depositato -esordisce Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle- una mozione per impegnare la giunta Zaia, ed eventualmente anche quella che le subentrerà, a convocare la direzione dello stabilimento, per conoscerne le intenzioni in merito alla permanenza in loco e al rilancio degli investimenti». L’atto è stato sottoscritto dall’intera minoranza, ovvero i gruppi del Partito Democratico, di Europa Verde, del Veneto che Vogliamo, più il portavoce delle opposizioni Arturo Lorenzoni.

Tra gli obiettivi, anche l’apertura di un tavolo permanente di confronto tra la Regione, l’impresa, gli enti locali e i sindacati: «La riconversione ecologica -prosegue la consigliera- necessita trasparenza, così come il piano industriale per la chimica fine. Non solo allo scopo di fornire garanzie occupazionali alla forza lavoro attuale, ma anche per tranquillizzare chi a Marghera, Malcontenta e Fusina ci abita. Ecco perché la Giunta regionale dovrebbe promuovere un serio piano di bonifiche, propedeutico a nuovi insediamenti green e alla valorizzazione delle competenze presenti, una vera eccellenza operaia in Italia e in Europa».

L’ente poi dovrebbe riferire periodicamente gli sviluppi della vertenza e delle iniziative intraprese alle competenti Commissioni permanenti del Consiglio regionale: «Il ruolo della Regione Veneto -continua Baldin- è insostituibile sia in materia di tutela ambientale e di disinquinamento, sia di sviluppo industriale e delle risorse umane, nonché relativamente alla logistica e infrastrutturazione portuale. Non può quindi sfuggire ai suoi doveri statutari, poiché il personale di Versalis in manifestazione a Mestre il 16 aprile ha chiesto l’esplicito impegno dell’esecutivo regionale in tema di garanzie occupazionali e   percorsi di formazione».

Non secondaria la relazione con il governo nazionale: «Al Ministero delle Imprese -aggiunge l’esponente del M5S- è aperto un tavolo di crisi relativo alla chiusura di tutti gli stabilimenti di cracking, che trattano la chimica di base. Il quadro italiano è analogamente preoccupante, segnato dalla dismissione di siti produttivi, dalla delocalizzazione in ambiti meno protetti, sindacalizzati e onerosi, dal solito sistema dei subappalti al ribasso e dalla mancanza di attenzioni verso i territori dove le aziende sono ubicate, oltre che della salute delle lavoratrici e dei lavoratori».

Al centro dell’attenzione c’è proprio Versalis: «La società del gruppo ENI, che a Marghera vorrebbe accendere anche un inceneritore di fanghi già respinto dai Comuni di Venezia e di Mira -conclude Erika Baldin- nel 2022 decideva di chiudere a sua volta l’impianto di cracking, in grado di produrre fino a 20mila tonnellate annue di polistirene.

E a fine marzo di quest’anno ha dichiarato, tramite il suo amministratore delegato, che sono allo studio investimenti differenti, comunque lontani dall’area veneziana. A questa domanda di futuro, come reagisce la Regione? Mi pare chiaro che non se ne esce senza un ritrovato equilibrio tra la produzione di energia pulita, la chimica fine, l’alto valore aggiunto del know-how operaio, la sostenibilità della logistica, soprattutto l’innovazione e la ricerca di nuovi materiali».

erika baldin: