«Dopo la circolare trasmessa alle Ulss dal direttore generale dell’Area Sanità e Sociale, Massimo Annicchiarico, relativa alle modalità di rimborso che il cittadino può richiedere nei casi previsti dalla legge, abbiamo presentato una proposta di legge per attribuire ai CUP la funzione di informare i cittadini sui contenuti del D.lgs. 124/1998: una norma che, nei 26 anni dalla sua approvazione, non è mai stata veramente applicata e rimane ad oggi sconosciuta ai più. Si tratta però di una legge importante ai fini della tutela del diritto alla salute, poichè stabilisce le condizioni in cui è possibile richiedere che la prestazione venga erogata tramite l’attività libero professionale intramoenia, a costo zero per il cittadino – che pagherà soltanto il ticket, mentre sarà l’Ulss a rimborsare la differenza con il costo della prestazione. Ciò può avvenire nel caso in cui l’attesa per la prestazione richiesta si prolunghi oltre il termine fissato nella ricetta», spiegano Baldin e Guarda.
«La nostra proposta di legge, che consta di un solo articolo, si limita ad attribuire al CUP, Centro unico di prenotazione, il compito di fornire le informazioni necessarie per il ricorso a questa modalità, che è un diritto del paziente. In sostanza, nel caso in cui non ci fossero appuntamenti disponibili entro il termine fissato dalla ricetta, il CUP non dovrebbe limitarsi a inserire il paziente nelle famose liste di “galleggiamento”, ma dovrebbe spiegare che esiste la possibilità di prenotare la visita in regime di libera professione a spese del sistema sanitario», concludono le consigliere regionali.
Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale
Cristina Guarda (Europa Verde), consigliera regionale