«Nel nostro territorio l’emergenza maltempo si sta trasformando in una situazione tristemente abituale: allagamenti, frane e smottamenti si susseguono con frequenza insostenibile. A ogni forte acquazzone ciascuna provincia, a rotazione, lamenta danni ingenti e richiede interventi risolutivi. Non dobbiamo dare la colpa al maltempo, ma all’incuria con cui, nella nostra regione, è stato gestito il territorio. Spiace farlo notare ancora, ma in Veneto abbiamo seminato troppo cemento, e adesso raccogliamo allagamenti». Così Erika Baldin, consigliera regionale veneta del Movimento 5 Stelle, sull’ondata di maltempo che ha colpito il Veneto in questi giorni, dai danni sulle colline veronesi e trevigiane al veneziano orientale finito sott’acqua.
«La vicenda di Jesolo Lido, a questo proposito – osserva la consigliera M5S – è sintomatica. Una città dopata nella sua crescita edilizia, con un proliferare di cantieri che hanno dato origine a costruzioni spesso sproporzionate al contesto urbanistico e, quel che è più grave, che si appoggiano a una rete infrastrutturale vetusta e inadeguata. Se hai 300 edifici che sono sorti su una zona che ha i sottoservizi (collettori e scarichi fognari) ancora dimensionati per 100 case, allora non è così strano che un temporale violento con precipitazioni copiose si trasformi in un’emergenza, con 30 centimetri d’acqua sulle strade e nei parcheggi».
«Nel Veneto, per decenni, abbiamo anteposto gli “schei” – conclude Baldin – al rispetto per l’ambiente e alla lungimiranza con cui trattare un territorio bellissimo ma delicato. Ogni allagamento rimarrà un campanello d’allarme inascoltato, se continueremo a rispondere ai danni causati dal cemento solo con l’altro cemento delle infrastrutture di protezione, senza cambiare davvero il modo di gestire i luoghi in cui viviamo».
martedì 9 giugno 2020
Nell’immagine, tratta da Il Gazzettino, edizione Venezia, del 9 giugno 2020, pg VII, si vede piazza Trieste di Jesolo allagata