Venezia, 6 marzo 2025 – Il prossimo martedì 11 marzo, prima della seduta del Consiglio regionale veneto, la CGIL sarà in presidio davanti a palazzo Ferro Fini per manifestare l’urgenza di provvedimenti atti a frenare la catena di infortuni nei luoghi di lavoro, non di rado mortali. «Sarò con le organizzazioni sindacali -annuncia Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle- e ascolterò con attenzione i loro rilievi in materia, dal momento che provengono da segnalazioni dirette nel territorio, da parte di chi rischia di subire gravi incidenti».
Non si è ancora spenta l’eco della tragica fine di Andrea Canzonieri, l’operaio 21enne schiacciato da una lastra di cemento in un cantiere di Sottomarina: «Spetterà alla giustizia fare piena luce riguardo l’accaduto -continua la consigliera- ma che si tratti di responsabilità umana o di una fatalità, non esime la Regione del Veneto dall’incrementare sensibilmente i mezzi e il personale in capo agli SPISAL, per smascherare le conseguenze del sistema di appalti al massimo ribasso e subappalti.
Invece la giunta Zaia ha inopinatamente procrastinato ancora una volta l’adozione del piano strategico per la sicurezza, che avrebbe dovuto essere trattato durante la seduta più recente».
Negli ultimi cinque anni, la sola ULSS 3 Serenissima ha perduto 19 di questi tecnici, con vette negative nel Distretto sanitario di Dolo, dove le unità erano 17 e sono rimaste in due (di cui uno part time), e a Chioggia, dove erano 6 e ora si ritrovano solo in due: «Con queste cifre non si può fare prevenzione -ribadisce Baldin- e spero se ne accorga anche chi mi ha accusata di strumentalizzare il povero Andrea».
A proposito di quest’ultimo, cruciale aspetto, l’esponente del M5S rileva come «l’ULSS 3 sia carente di 13 posti specifici previsti nella pianta organica, a fronte di 15 operatrici e operatori in servizio. Se i concorsi programmati finiranno come quelli per medici e infermieri, ovvero quasi deserti, chi amministra dovrebbe chiedersi i motivi della diserzione, a cominciare dagli stipendi, dai turni e dalle condizioni di lavoro», conclude Erika Baldin.