«Il presidente Zaia è un maestro della comunicazione. Lancia messaggi incisivi e ascoltati, ma ogni tanto qualcuno diventa un boomerang e gli si ritorce contro. Come per la movida e le scene vergognose di questi giorni». Lo dice in una nota Erika Baldin, consigliera regionale veneta del Movimento 5 Stelle, che prosegue: «Dalle sue quotidiane ipertrofiche conferenze stampa a reti unificate il presidente, a forza di sostenere (esplicitamente o tra le righe) la riapertura tout court, ha evidentemente fatto passare un messaggio da “liberi tutti”. Involontario, non voluto, ma è uscito così. Ettolitri di spritz dopo, abbiamo visto com’è andata».
«Adesso – attacca la consigliera M5S – il governatore più amato dello stivale non può più continuare a fare il poliziotto buono, limitandosi ai rimbrotti via social, ma scaricando sui comuni e sulle forze dell’ordine il lavoro sporco e lasciando ai sindaci il ruolo del poliziotto cattivo. Abbiamo visto che esperienza e capacità non gli mancano per sfoderare le ordinanze che vanno a segno. Ora ci metta la faccia e colpisca, non solo a parole, chi trasgredisce le regole. Anche a costo di attirarsi qualche mugugno.».
«Eviti di ricordare ogni giorno – osserva Baldin – che le multe per gli sconsiderati che si assembrano con la mascherina sul mento sono decise dai burocrati di Roma, e non dalla Regione. Faccia fronte comune con il governo e con i prefetti, senza quei sottili distinguo che andavano bene in tempo di pace, ma che stridono al tempo del Coronavirus. Inoltre lasci perdere l’ossessione del “made in Veneto” a tutti i costi, quando rischia di trasformarsi in una forzatura. Che reale utilità avrebbe una app di tracciamento realizzata dalla Regione, oggetto degli ultimi rumors, se non quello di creare confusione e piantare l’ennesima bandierina?».
Mercoledì 20 maggio 2020
Nell’immagine, una delle conferenze stampa sull’evolversi dell’emergenza Coronavirus del presidente della Regione Veneto Luca Zaia