Venezia, 18 giugno 2024 – Da quindici anni Murano attendeva un pediatra. E ora che la dottoressa Maddalena Agostini ha deciso di trasferirsi dopo 35 anni di lavoro a Verona, il suo ambulatorio viene sfrattato e sopra l’infanzia dell’isola cala l’incubo della mancata assistenza: «A fronte di tanti medici che decidono di abbandonare la sanità pubblica -commenta Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- per una volta che una dottoressa sceglie di rimanere in servizio trova bastoni tra le ruote e nessuna soluzione».
La consigliera si rivolge all’assessora veneta alla Sanità, Manuela Lanzarin, e al direttore generale dell’ULSS 3 Serenissima, Edgardo Contato, al fine di risolvere rapidamente il problema: «La rottura nella continuità assistenziale -argomenta Baldin- è assai grave, e coinvolge ben 90 famiglie con oltre 200 bambine e bambini. Essa dipende tutta dalla presunta carenza di immobili atti a ospitare l’ambulatorio. Mi rivolgo soprattutto all’ULSS, affinché possa concedere lo stabile dov’è attualmente ubicato l’ambulatorio vaccinale, utilizzato una sola volta al mese e già rifiutato in precedenza».
Per tacere delle risposte evasive o fuorvianti ricevute dalla dottoressa Agostini da parte del Comune e della giunta Brugnaro: «È evidente -aggiunge l’esponente del M5S- come a poco serva partecipare a un bando di destinazione per edifici a uso commerciale, così come prospettato. La pediatra di Murano merita ascolto e rispetto, tutto quello che le occorre per poter operare è una stanza in buone condizioni, ove collocare il lettino e un tavolo, anche per due soli giorni la settimana. In mancanza, le piccole e i piccoli muranesi saranno costretti a rivolgersi a Venezia o al Lido per far fronte alle proprie esigenze sanitarie».
La questione medica si inserisce nel quadro più generale relativo alla vivibilità delle isole lagunari: «Assistiamo ogni giorno -conclude Erika Baldin- alle paventate chiusure di sedi scolastiche, per via dello spopolamento. E pure i trasporti non godono di ottima salute, soffocati tra overtourism e tagli aziendali. Si tratta di un gatto che si morde la coda: la cittadinanza emigra perché vengono meno tali presìdi essenziali, non l’inverso. Riportandoli nel territorio, anche Murano avrà un futuro».