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NIENTE QUARTO MANDATO PER (DE LUCA E) ZAIA, LA CORTE COSTITUZIONALE CONGEDA IL PRESIDENTE DI REGIONE PIÙ ASSENTEISTA D’ITALIA NELLE SEDUTE DI CONSIGLIO

Venezia, 10 aprile 2025 – «La Corte Costituzionale ha stabilito un principio sacrosanto, ovvero che le cariche monocratiche non possono rimanere occupate “a vita” dalla stessa persona. Una sentenza che pone fine, per diritto, alle pretese di Vincenzo De Luca di continuare a gestire a modo suo la Campania, dove ora può emergere finalmente la candidatura unitaria e autorevole dell’ex presidente della Camera, Roberto Fico». La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale del Veneto, Erika Baldin, commenta così la pronuncia della Consulta che chiude i giochi per l’ulteriore mandato al “governatore” campano e ha evidenti riflessi anche nella politica locale.  
«In questa Regione infatti -continua la consigliera- il parere della Corte chiude con un tratto di penna quindici anni di ininterrotta reggenza personale, dalla quale Luca Zaia ha tratto visibilità nazionale imponendo un modello che è ora di cambiare, non riaffidandosi per l’ennesima volta a un centrodestra dilaniato al suo interno per logiche di potere (dove tutti vogliono ambire allo scranno più alto), bensì scegliendo un’alternativa che nelle città ha dato prova di amministrare con equilibrio e rigore».

Baldin aggiunge che «Zaia voleva il quarto mandato, pur non essendo mai presente alle sedute di Consiglio, anzi si conferma il presidente di una Giunta regionale di gran lunga più assenteista in Italia per quanto riguarda le presenze nell’organo assembleare nel quale è stato eletto». A distanza di quasi due anni dalla precedente rilevazione, la capogruppo del MoVimento 5 Stelle fornisce nuovi dati che inchiodano il vertice dell’esecutivo veneto alla sua totale irrilevanza nei lavori d’aula: «Mentre tutti i suoi colleghi presidenti di Regione, di ogni colore politico, viaggiano tra il 57% e il 95% di presenza alle sedute (quasi tutti oltre il 75%), l’inquilino a fine mandato di palazzo Balbi si è degnato di recarsi a palazzo Ferro Fini, dall’altra parte del canal Grande, solo dodici volte in 158 convocazioni, ovvero il 7.06%. Lontano anche da chi lo precede in questa ingloriosa graduatoria, ovvero l’omologo piemontese Cirio che in tre anni si è fatto vedere dalle consigliere e dai consiglieri regionali nel 23% delle occasioni». Le cifre sono state ricavate dalle banche dati nei siti dei rispettivi Consigli.


«Se ci si attiene alle sole votazioni, che a Venezia sono state finora 6359 -conclude Erika Baldin- allora la percentuale delle 16 volte in cui Zaia ha espresso il suo voto crolla clamorosamente allo 0.25, abbassando di un decimo di punto la già risibile quota riscontrata poco meno di due anni fa. Nel frattempo alcune Regioni hanno proceduto al turn-over, eppure nel rapporto praticamente inesistente tra l’attuale “governatore” e il Consiglio niente è cambiato, anzi. Se Luca Zaia fosse dipendente di un’impresa, con questo rendimento sarebbe già stato licenziato. Invece può permettersi di promuovere i suoi libri, di tagliare nastri e di rivendicare altri cinque anni a Palazzo, insomma tutto meno che praticare i lavori del Consiglio, del quale pure è membro e che è tenuto a rispettare nel suo ruolo di presidente della Giunta. Come può il leader più assenteista d’Italia essere candidabile a un quarto mandato, senza mai farsi vedere dal Consiglio che gli dà la maggioranza per amministrare? Meno male ci ha pensato la Consulta a evitarlo».

erika baldin: