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HO VISITATO IL CARCERE DI VENEZIA. IN VENETO SUICIDI, SOVRAFFOLLAMENTO E CARENZE DI PERSONALE: IL MINISTRO NORDIO VUOLE OCCUPARSENE?

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Venezia, 4 luglio 2023 – «Trentadue detenuti suicidi in Italia dall’inizio dell’anno rappresentano il fallimento dello Stato, incapace di garantire la vita di chi è recluso. A Venezia, due suicidi nel giro di due settimane nella casa circondariale sono un campanello d’allarme. Chiedo alla Regione di attivarsi sia per le questioni sanitarie, di diretta competenza, che presso il governo per affrontare le criticità legate a sovraffollamento e carenza di personale. Le carceri venete stanno scoppiando, il ministro Nordio intende occuparsene?». Così Erika Baldin, capogruppo in Consiglio regionale del MoVimento 5 Stelle, che nella giornata di oggi ha visitato la struttura di Santa Maria Maggiore.

«La visita era in programma da tempo», spiega la consigliera regionale. «In aprile ho presentato in Consiglio regionale una Risoluzione relativa alla situazione delle carceri venete, che già allora definivo tragica per sovraffollamento e carenze croniche di personale». Nell’atto, depositato il 19 aprile a Palazzo Ferro Fini e non ancora discusso dall’Assemblea, la consigliera Baldin cita i dati della relazione del Garante regionale dei diritti della persona riferita al 2022. «In questi mesi la situazione non è certo migliorata: a Venezia, i detenuti sono circa 200 a fronte di 160 posti assegnati. Il Veneto è la terza regione per sovraffollamento carcerario: il tasso di occupazione è pari a 127,54%, inferiore solo a Lombardia e Puglia, con picchi che raggiungono il 150%. Per quanto riguarda la carenza di personale della polizia penitenziaria, l’organico previsto è di 1.787 unità, ma gli agenti effettivi sono 1.551, cioè 236 in meno. A mancare sono anche gli educatori, con una media di 70 detenuti per professionista», aggiunge Baldin.

«Il sovraffollamento, combinato con le gravi carenze d’organico, rischia di pregiudicare quella funzione rieducativa della pena prevista dall’articolo 27 della Costituzione. Con la mia risoluzione, che chiedo urgentemente di votare, sollecito una risposta da parte del governo a un’altra questione: quella dell’Istituto Penale Minorile di Treviso, chiuso da aprile 2022 e ad oggi non ancora entrato in funzione», conclude la consigliera regionale.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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Comunicati stampa

SALUTE MENTALE E CONTENZIONE FISICA, LA REGIONE GARANTISCA TRASPARENZA E RIVEDA LE LINEE GUIDA

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Venezia, 28 giugno 2023 – «Legare un paziente al letto è una procedura estrema che dovrebbe essere limitata il più possibile, se non addirittura eliminata. Il ricorso alla contenzione fisica è normato da linee guida regionali che prevedono il continuo monitoraggio da parte dell’Ulss: ebbene, ritengo fondamentale che i dati così raccolti siano trasparenti e accessibili, in forma aggregata e garantendo la tutela della privacy». Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle nel Consiglio regionale del Veneto, che nella giornata di oggi ha depositato un’interrogazione sul punto.

«Il Covesap, Comitato veneto per la salute pubblica, afferma di aver richiesto questi dati tramite un accesso agli atti, senza ottenere alcuna risposta. La Regione, quindi, avrebbe mantenuto un atteggiamento opaco. Chiedo all’assessora competente, Manuela Lanzarin, di venire quanto prima in commissione Sanità a rispondere alla mia interrogazione e fornire tutti i dati sulla contenzione fisica nelle strutture venete. La questione, delicatissima, impatta sul Veneto fanalino di coda per investimenti in salute mentale e riguarda prevalentemente i servizi psichiatrici, ma non solo. È facile tracciare una correlazione tra le gravi carenze di personale e il ricorso a queste pratiche», osserva Baldin.

«Trattandosi di una forma estrema di limitazione della libertà personale, credo che i veneti abbiano tutto il diritto di essere informati sulla dimensione del fenomeno», aggiunge la consigliera regionale. E conclude: «Una riflessione sulle linee guida andrebbe fatta, anche alla luce delle osservazioni del Covesap. Il Veneto ricorre alla contenzione più della media nazionale? È giusto permettere forme di contenzione fino a 12 o 24 ore? Da questo punto di vista, credo che i dati del monitoraggio possano servire a modificare la normativa in modo informato, alla luce delle reali dimensioni del fenomeno».

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