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INFERMIERI AUTISTI AL PRONTO SOCCORSO? IL VENETO RISCHIA UNA “SBANDATA”

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Sanità. Baldin (M5S): «Infermieri autisti al pronto soccorso? Il Veneto rischia “la sbandata”»

Venezia, 22 marzo 2022 – «Le strutture sanitarie e le case di riposo del Veneto si confrontano quotidianamente con il gigantesco problema della penuria di infermieri, ma nel frattempo in alcuni pronto soccorso continuano le riorganizzazioni delle Ulss che vedono il personale infermieristico impiegato nella guida delle auto mediche al posto degli autisti soccorritori. Lo ha confermato oggi la Giunta regionale rispondendo a una mia interrogazione. Ma siamo sicuri che si tratti di una scelta opportuna?».

Così la consigliera regionale Erika Baldin, del MoVimento 5 Stelle, secondo la quale «a Rovigo gli infermieri si sono rifiutati di fare anche gli autisti, a Padova il servizio è addirittura esternalizzato, mentre a Bassano quella che era stata annunciata come una sperimentazione sembra invece costituire una scelta organizzativa dell’Ulss: a bordo dell’auto medica, assieme al medico c’è un infermiere che volontariamente svolge anche il ruolo di autista».

«Il sindacato Fp Cgil Veneto propone che l’infermiere sia sì presente sull’auto medica, ma in aggiunta e non in sostituzione all’autista soccorritore. Credo sia questo il modello corretto da applicare in Veneto, dove ciascuno fa il lavoro per cui è formato, per arrivare a un’omogeneità del servizio tra le varie Ulss», conclude la consigliera.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

Foto: Wikipedia

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ATTACCO HACKER ALL’ULSS 6 EUGANEA, HO CHIESTO LA MASSIMA TRASPARENZA SULLE AZIONI INTRAPRESE PER TUTELARE LA PRIVACY DEI CITTADINI

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Attacco hacker all’Ulss 6, l’opposizione in Consiglio regionale chiede un’informativa in commissione Sanità

Venezia, 18 gennaio – Le minoranze in Consiglio regionale “convocano” l’assessore alla Sanità, assieme ai dirigenti dell’area Sanità e al direttore generale dell’Ulss 6 Euganea, che nelle intenzioni dei consiglieri di Pd, M5S, Europa Verde e VcV, assieme al portavoce Lorenzoni, sarebbero chiamati a riferire in Quinta commissione per un’informativa su quanto accaduto dopo l’attacco hacker ai danni dell’Ulss 6. Attacco culminato con la pubblicazione di oltre novemila file nel dark web, contenenti i dati sottratti all’Ulss, comprese informazioni riguardanti lo stato di salute di cittadini utenti e altre informazioni relative al personale sanitario: un data breach che preoccupa e non può che sollevare diversi interrogativi sulla sicurezza informatica e la protezione dei dati sanitari dei cittadini veneti. Di qui la richiesta di acquisizione di informazioni ai sensi dell’art. 54 del Regolamento consiliare, sottoscritta dai consiglieri regionali di minoranza e trasmessa al presidente del Consiglio regionale e della Quinta commissione consiliare, competente in materia di Sanità.

«Ci chiediamo se la Regione del Veneto, nel 2022, possieda un sistema di disaster recovery o di limitazione dell’area coinvolta dal danno. Sono trascorsi 45 gg di down oltre alla fuga di dati. Ora anche la pubblicazione di dati sensibili. Nella stagione della digitalizzazione l’impreparazione del Veneto è grave. Focalizzare tutto sul mancato pagamento del riscatto agli hacker è fuorviante», dichiarano i consiglieri del Partito democratico.

«Chiediamo la massima trasparenza da parte della Regione, vogliamo sapere cos’è stato fatto per tutelare la privacy dei cittadini e proteggere i loro dati sanitari», aggiunge Erika Baldin del MoVimento 5 Stelle.

Cristina Guarda (Europa Verde) ricorda che «già al tempo degli attacchi a carico del sistema informativo della Regione Lazio, avevo chiesto alla Giunta veneta rassicurazioni sulla capacità dei sistemi informativi regionali di resistere ad attacchi analoghi, ricevendo una risposta rassicurante, però smentita dai fatti. Sull’attacco all’ULSS 6 depositai una interrogazione, ad oggi senza risposta. Ritengo dunque necessario e urgente il richiesto passaggio informativo presso la commissione sanità del consiglio regionale».

«È tempo di investire davvero sulla cyber security perché non è accettabile aver gestito con improvvisazione una questione così delicata, come la divulgazione di dati sensibili dei veneti. Il personale sanitario per più di un mese ha dovuto lavorare ‘con carta e penna’ e con i conseguenti disagi mentre la curva dei contagi stava crescendo esponenzialmente», dichiara Elena Ostanel del Veneto che Vogliamo.

Il portavoce dell’opposizione, Arturo Lorenzoni, osserva infine che «il furto dei dati subito dall’azienda è di una enorme gravità e fa rabbrividire il tentativo di minimizzarne la portata. Chiediamo un’informazione tempestiva e completa sull’accaduto e sulle misure adottate per la tutela dei diritti dei cittadini».

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