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Autonomia “Questo è il momento di vestire la maglia della squadra veneta, noi siamo pronti a fare la nostra parte”

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I veneti hanno detto la loro sull’autonomia. E ora la politica è investita del peso dei voti di quasi due milioni e mezzo di cittadini: non ci sono più scuse, e la responsabilità che grava sulle spalle di rappresenta i veneti nelle istituzioni è enorme. Per questo motivo è necessario mettere da parte logiche di partito, bandiere e strategie politiche. I consiglieri regionali devono smettere le casacche delle proprie fazioni e vestire la maglia della “nazionale” veneta per portare a casa il risultato.

Lo ribadiscono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, che oggi hanno tracciato la rotta per l’autonomia in seguito ai risultati del referendum di domenica e si dicono pronti a fare la propria parte.

“I veneti hanno votato a favore dell’autonomia: ora non ci sono più scuse – conferma il capogruppo, Jacopo Berti – per raggiungere questo obiettivo è però necessario andare oltre le logiche politiche di parte e sposare tutti assieme la causa comune, siamo chiamati a indossare la maglietta della nazionale dei veneti”.

“Il nostro obiettivo finale – sottolinea il consigliere regionale – è quello di regalare ai veneti la forma più ampia possibile di autonomia, ma per tagliare questo ambizioso traguardo è necessario procedere per gradi, come quando si costruisce una casa, e iniziare a rivendicare ambiti di competenze che noi riteniamo prioritari: l’istruzione, le infrastrutture tecnologiche a iniziare dalla banda larga, la tutela dell’ambiente”.

A questo punto diventa indispensabile aprire la trattativa con Roma.

“Zaia non può pensare di andare avanti da solo in questa battaglia – avverte Berti – a Roma deve essere portata una legge del consiglio regionale ed è necessaria un’ampia condivisione politica per raggiungere il risultato voluto. È giunto il momento della Pax Veneta, che ci permetterà di riunire tutte le forze politiche per remare dalla stessa parte”.

Pax Veneta, ma con paletti ben precisi.

“Attenzione, però – avverte infatti Berti – non parliamo di alleanze, e che nessuno pensi di appiattirsi su Zaia. Qui si tratta di lavorare per un obiettivo enorme, ma non si gioca sulla pelle dei veneti. Lo stesso Zaia non può chiedere lo status di Regione a statuto speciale, che è già stata bocciata dalla Corte Costituzionale, dobbiamo smetterla con queste speculazioni politiche”.

“Siamo molto soddisfatti dell’esito del Referendum, in particolare della grande affluenza registrata – gli fa eco Simone Scarabel – l’asticella che avevamo fissato era il superamento del numero di votanti delle Regionali 2015, e l’obiettivo è stato largamente raggiunto”.

Il consigliere sottolinea come l’analisi dei numeri dimostri che, se si scorporano i veneti all’estero che non potevano votare, in tutte le province venete è stato superato il quorum, anche in quella rodigina.

“Un grazie particolare va ai bellunesi – ricorda Scarabel – in quanto nella misura del 20% risiedono all’estero e soffrono molto la mancanza di autonomia”.

Per Erika Baldin “noi non ci siamo mai sottratti al confronto in materia di referendum per l’autonomia del Veneto – dice la consigliera – abbiamo organizzato dibattiti sul tema e informato adeguatamente i cittadini. Non abbiamo dispensato false promesse, siamo sempre stati coerenti e onesti intellettualmente, portando avanti le nostre priorità: l’autonomia e la partecipazione al voto dei cittadini”.

“Tutti siamo a favore di una maggiore autonomia. Mi confronto sempre con il territorio cercando di intercettarne le istanze – spiega anche Patrizia Bartelle – in modo democratico, come Movimento ci siamo confrontati sul tema, abbiamo votato e assunto una precisa posizione. Ricordo solo come la provincia di Rovigo storicamente sia stata a volte dimenticata dalla politica e così i cittadini polesani hanno avvertito come distanti le istituzioni chiamate invece a rappresentarli”.

“Questo referendum – conclude il consigliere Manuel Brusco – rappresenta non tanto un successo personale di Zaia, bensì la vittoria di tutti i cittadini veneti, dato che il sì ha conosciuto un’ampia trasversalità politica. Siamo chiamati a realizzare l’autonomia, nel segno di quanto previsto dalla nostra Costituzione”.

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Comunicati stampa

Scuola: Iniziano i fenomeni di ghettizzazione, lo Stato intervenga

Banchi

Riduzione delle risorse e problemi di integrazione: sono queste le sfide che la scuola pubblica deve affrontare in questo difficile momento. La consigliera regionale veneta del Movimento 5 Stelle Erika Baldin ne ha parlato oggi con i vertici degli istituti comprensivi Barolini e Ambrosoli di Vicenza.

“Nel generale contesto di riduzione delle risorse per le istituzioni scolastiche, che afferiscono a problemi di manutenzione ordinaria degli edifici – sottolinea Baldin – insieme ad una carenza programmatoria, si aggiungono in questi anni problemi connessi all’integrazione”.

“I docenti sono attribuiti su base quantitativa, collegata al numero degli alunni – continua la consigliera – mentre non sono presi in considerazione elementi come la provenienza culturale e linguistica o il livello di conoscenza dell’italiano da parte di studenti provenienti da altri Paesi, la presenza di casi sociali ed altri aspetti che incidono sull’efficacia formativa per l’intera classe”.

“In alcune delle realtà con cui ho preso contatto oggi – rivela Baldin, che ha visitato le due scuole assieme alla consigliera comunale M5S di Vicenza Liliana Zaltron – la percentuale di alunni di provenienza estera, sia di prima che di seconda generazione, supera frequentemente il 50 per cento. Mentre si iniziano a registrare fenomeni di ghettizzazione, visibile nello spostamento delle iscrizioni: molte famiglie iscrivono i propri figli nelle scuole del centro città, dove è minore la presenza di stranieri”.

Le due esponenti del Movimento 5 Stelle concludono con un plauso al personale scolastico: “Il personale della scuola fa veramente un operazione incredibile di supporto ai ragazzi e alle famiglie straniere – dice Baldin –  c’è però la necessità che anche lo Stato e, per quanto di sua competenza, la Regione mettano a disposizione risorse e strumenti per migliorare la situazione di convivenza con religioni e stili di vita tanto diversi”.

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