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Nuova legge elettorale regionale: cosa va bene e cosa no

Un premio di maggioranza abbassato, una garanzia per la rappresentatività e una battaglia da portare avanti in consiglio regionale: è stata approvata in Prima commissione la modifica delle modalità di elezione e di composizione dell’Assemblea legislativa regionale.
Una delle modifiche principali è sul premio di maggioranza, che è stato abbassato: il testo approvato prevede infatti un premio di maggioranza del 55 per cento dei seggi con meno del 40 per cento dei voti, il che vuol dire 27 seggi alla maggioranza e 22 all’opposizione, cui vanno aggiunti il candidato presidente vincente e il secondo classificato.
Con il premio di maggioranza del 60 per cento al raggiungimento della soglia del 40 per cento vanno 29 seggi alla maggioranza e 20 all’opposizione, oltre al presidente vincente e al candidato alla carica di presidente e al secondo classificato
Entrambe le situazioni consentono di governare a chi vincerà la competizione elettorale, ma garantiscono allo stesso tempo anche il rispetto delle minoranze.

È stata tolta invece la soglia del 65%, per noi irricevibile si tratta di una vittoria, che però non ci permette di essere soddisfatti del tutto. Infatti altri punti come il doppio turno, sull’esempio di quanto accade nelle delle elezioni comunali, non sono passati. Rimangono invece doppie preferenze e pluricandidature, che permettono al candidato presidente di correre in tutte e sette le province. Sono punti che come opposizioni abbiamo duramente contestato.

E non poteva mancare la norma su misura per i consiglieri di maggioranza  che questo governo e questa maggioranza si sono fatti cucire su misura. Un consigliere regionale, infatti, con la nuova legge elettorale potrà anche ricoprire la carica di consigliere comunale. Non ci abitueremo mai a questo modo di fare, ma su questi punti daremo battaglia in consiglio.

erika baldin: