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PESTICIDI E GLIFOSATO NELL’ARIA DELLA TERRAFERMA VENEZIANA, BENE LA FORMAZIONE PER COMMERCIANTI E COMUNI, MA LA REGIONE APPROFONDISCA I DATI EMERSI DALLA RICERCA

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Venezia, 28 gennaio 2025 – Risale a pochi giorni fa la diffusione del report di Greenpeace, che certifica come l’area metropolitana di Venezia denoti concentrazioni elevate di PFAS nell’acqua. È invece la qualità dell’aria nella prima terraferma del capoluogo a costituire elemento di discussione nel Consiglio regionale del Veneto, a partire da un’interrogazione presentata da Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle: «Lo scorso 1° ottobre -spiega la consigliera- avevo esposto la ricerca del Dipartimento di Scienze Ambientali all’Università di Ca’ Foscari e del CNR, relativa ai pesticidi, i cui esiti hanno stupito gli stessi autori, dal momento che sovrabbondavano quantità di fosetil alluminio e di glifosato, sostanza definita cancerogena dall’AIRC. E questi effetti erano dipendenti dall’utilizzo nei giardini e negli orti urbani, anziché nelle zone rurali periferiche: i pesticidi hanno la proprietà di propagarsi anche a grande distanza, il che li rende anche più pericolosi di quanto già non appaia».

Nell’occasione, Baldin chiedeva alla Giunta veneta di programmare una campagna informativa attraverso ARPAV e le ULSS, al fine di sensibilizzare all’uso consapevole di pesticidi e glifosato, che sia compatibile con la salute degli esseri viventi: «L’assessora Lanzarin ha comunicato che le ULSS già svolgono questa funzione, nei confronti dei portatori di interesse. Le persone che vendono prodotti fitosanitari, per essere abilitate al commercio, devono sottostare a sedute di formazione obbligatoria, e a fornire all’utenza non professionale le informazioni adeguate circa i rischi per la salute e le corrette modalità d’impiego». Anche le amministrazioni comunali sono oggetto delle campagne dell’ULSS, al fine di regolamentare l’utilizzo nel territorio, secondo la delibera di Giunta regionale 1082 del 2019.

Secondo l’esponente del M5S, è possibile comunque fare di più: «La Regione -conclude Erika Baldin- dovrebbe acquisire lo studio dell’Università veneziana e approfondirne l’analisi, al fine di individuare azioni concrete e specifiche per ciascuna parte del territorio. È necessaria la massima diffusione e trasparenza dei dati raccolti, così come urge continuare i biomonitoraggi nelle aree più a rischio, segnatamente quelle contraddistinte dalla presenza di industrie chimiche. Ricordo che in base al decreto ministeriale Salute, del 20 novembre 2021, l’uso del glifosato nel trattamento dei giardini familiari è vietato per legge nazionale, ma è la Regione l’ente competente ai controlli e alla vigilanza nei confronti dei prodotti in commercio».

erika baldin

The author erika baldin

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