«Così la manovra del duo Zaia-Brugnaro, per controllare la spina dorsale economica e logistica della città, si è compiuta. Adesso, sul commissariamento, la palla passa al Ministero: ci aspetta un’estate complicata, auspicando che almeno per i lavoratori non ci siano ripercussioni negative».
Lo dice in una nota Erika Baldin, consigliera regionale veneta del Movimento 5 Stelle, dopo l’assenza, anche dalla seduta odierna del Comitato di gestione dell’AdSP MAS per discutere del bilancio 2019, dei rappresentanti della Città Metropolitana di Venezia e della Regione Veneto.
«Un intervento che complica non poco il funzionamento dell’ente – ribadisce la consigliera M5S – e, se in prima battuta potevamo anche far finta di considerarlo solo come tecnico e rivolto davvero al bilancio (che molti esperti considerano solido), adesso si è decisamente trasformato in un atto politico. È la conferma della dichiarazione di guerra nei confronti del presidente Musolino, già intravista nelle scorse settimane. Chissà se motivata dalle prossime, vicine e coincidenti elezioni regionali e comunali».
«Per concludere, non possiamo non sottolineare un risvolto di questo movimento a tenaglia, decisamente incongruente con il mantra leghista. Infatti – chiosa Baldin – così facendo (nessuno crede alla favoletta della decisione in perfetta autonomia della componente con casacca regionale) Zaia ha indirettamente abdicato a una parte di autonomia regionale, a lui tanto cara. Perché adesso, come vuole la legge del comparto, chi viene a decidere cosa fare del Porto di Venezia? I tecnici del Ministero, direttamente da Roma. Per il modo di pensare di Zaia, più che un effetto collaterale, è proprio un autogol».
Martedì 30 giugno 2020
AGGIORNAMENTO. Ecco qui sotto il rilievo delle mie dichiarazioni sui mass media, come puoi vedere anche nella pagina della rassegna stampa.