Venezia, 23 dicembre 2024 – La Regione del Veneto faccia luce in merito al possibile, futuro inceneritore di fanghi progettato a Loreo. Lo chiede Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a palazzo Ferro Fini: «Ho depositato un’interrogazione rivolta alla giunta Zaia -spiega la consigliera- al fine di conoscere se intenda assumere informazioni circa l’iter della richiesta e la completezza della documentazione avanzata dall’impresa Green Sludge Solution di Lodi». Il progetto prevede la costruzione di un impianto di trattamento dei fanghi, che accoglierebbe oltre 60mila metri cubi di materiali inerti l’anno.
«Soprattutto, non vengono esclusi i residui del PFAS, l’ormai famigerato inquinante che ha infestato i fiumi e un’ampia porzione di territorio tra le province di Vicenza, Padova e Rovigo, la più colpita», aggiunge Baldin. Che tra le richieste all’esecutivo regionale enumera anche l’acquisizione di informazioni dall’Ente Parco del Delta del Po, riguardo la compatibilità con quest’ultimo: «Ricordo -prosegue l’esponente del M5S- che il Delta è riconosciuto quale riserva della biosfera dall’UNESCO, assieme ad altri 21 siti in tutto il territorio nazionale. Quindi prima di dare il via libera a un intervento potenzialmente impattante occorre informarne i garanti, a pena di perdere la specifica protezione».
Già nel 2019 Chioggia fu risparmiata dall’entrata in funzione di un deposito di gpl da parte del decreto Agosto voluto dal governo Conte II, che impediva la costruzione o l’avvio di simili progetti proprio in territori tutelati dall’UNESCO stessa: «I casi apparentemente presentano alcune caratteristiche congruenti -conclude Erika Baldin- oltre a insistere in un territorio attiguo alle località adriatiche, note per la loro evidente vocazione turistica.
Il vicino Comune di Rosolina, infatti, attraverso il sindaco, la Giunta e il Consiglio comunale ha già espresso la propria preoccupazione e la volontà di contrastare l’ipotesi, così come autorevoli voci istituzionali da Porto Viro sono della medesima opinione. Ora è il momento delle osservazioni da parte degli enti locali interessati: in vista del provvedimento di autorizzazione, auspico che la Regione rivaluti l’intero tema, anche alla luce delle possibili centrali a biometano richieste tra Sarzano e Cavarzere».