Venezia, 7 febbraio 2025 – Quattro province venete in vetta nella non invidiabile graduatoria dell’aria irrespirabile, per via delle polveri sottili, e il caso arriva al Consiglio regionale. La capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, ha infatti depositato un’interrogazione alla Giunta, dopo la pubblicazione del rapporto “Mal’aria” di Legambiente, che classifica i territori di Verona, Vicenza, Padova e Venezia nelle prime cinque posizioni in Italia per sforamento dei valori definiti dalle leggi: «Chiedo all’esecutivo -spiega la consigliera- quali progetti e programmi abbia intenzione di realizzare, al fine di ridurre le emissioni inquinanti nell’atmosfera, sia direttamente che coinvolgendo i Comuni, le Province e la Città Metropolitana di Venezia».
I dati forniti dall’associazione ambientalista, diffusi negli ultimi giorni, coinvolgono anche le concentrazioni di particolato fine (PM2.5 e PM10), ozono e biossido d’azoto, e nel 2024 sono stati 25 i capoluoghi italiani che hanno superato il limite quotidiano per ben 35 giorni: «In tale contesto -prosegue Baldin- Verona e Padova si collocano rispettivamente prima e seconda per quantità di PM10 nell’aria, obbligate dall’Unione Europea a rientrare nei parametri stabiliti lo scorso ottobre in sede comunitaria, ovvero 20 microgrammi per metro cubo d’aria nel 2030».
Sotto accusa la combustione per il riscaldamento domestico, le attività industriali, la zootecnia e l’agricoltura, ma soprattutto il trasporto su strada: «Lo specifico veneziano -osserva l’esponente del M5S- vede il maggior impatto di biossido d’azoto, a causa del traffico veicolare, aeroportuale e dei natanti in laguna alimentati da motori inquinanti. Il che investe anche la questione del moto ondoso». Di qui l’interrogazione alla Giunta regionale, dal momento che l’ente (in via diretta o attraverso le società controllate) dirige infrastrutture alle quale è ascritta parte delle responsabilità.
«Sappiamo che Zaia, per sua ammissione, non dispone della bacchetta magica -conclude Erika Baldin- ma conosce il rapporto e da tempo dice di valutare i progetti praticabili per far fronte agli indicatori. Siccome la Regione ha il ruolo di coordinamento con gli enti locali, e ha redatto il Piano di tutela di risanamento dell’atmosfera da essi attuato, lo richiamo alla responsabilità fondamentale verso la tutela della salute delle persone, delle specie viventi e dell’ambiente circostante. Anche perché la mia precedente interrogazione in materia, presentata oltre un anno fa in seguito ai dati diffusi da ARPAV e relativi a Venezia, giace ancora inevasa! E mai come ora possiamo accontentarci delle solite risposte, tantomeno dell’inerzia di chi non interviene per ridurre il numero di tali continui sforamenti».