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SALVARE LA FILIERA DELLA CANAPA DALLE NORME OSCURANTISTE DEL GOVERNO. A RISCHIO LIBERTÀ D’IMPRESA E POSTI DI LAVORO IN CRESCITA, SPECIE NEL VENETO

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Venezia, 4 settembre 2024 – Anche Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, ha sottoscritto l’interrogazione depositata dal consigliere verde Renzo Masolo, relativa al divieto governativo di coltivazione, vendita e consumo di infiorescenze della cannabis a basso contenuto di THC, dalla cui estrazione si ricavano gli oli di cannabidiolo (CBD), benèfici -tra gli altri aspetti- per favorire il sonno e la terapia del dolore. Ma utilizzati con profitto anche nella cosmesi, nell’erboristeria, per ricavare integratori alimentari, bioenergie, alimentazione e bevande, oltre che a scopi farmacologici.

«Questo governo non finisce mai di stupire in negativo -argomenta la consigliera- ad esempio dice di non voler intralciare le imprese, poi cancella con un tratto di penna un intero settore in crescita, trainato da giovani produttrici e produttori agricoli. Ha ragione la CIA, la confederazione degli agricoltori: l’emendamento al decreto “Sicurezza”, approvato alla chetichella la notte del 31 luglio scorso, va prima di tutto contro la libertà d’impresa tutelata dalla Costituzione e sbandierata fino a ieri dalle destre. Cosa dicono i presunti liberali di Forza Italia, dove sono nascosti?».

Vale considerare che il Veneto è la terza regione italiana per la produzione di canapa, con 64 ettari coltivati a fronte di 487 nel suolo nazionale, ovvero il 15% della produzione: «In questa terra -continua Baldin- dalla canapa vengono prodotti 75 milioni di fatturato, 500 in tutta Italia. Cifre destinate a sparire, assieme ai relativi posti di lavoro. E tutto per un feticcio ideologico e antiscientifico di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, ripetutamente smentiti da rigorosi dati oggettivi, ma capaci purtuttavia di volere fortemente un atto destinato a subire i ricorsi del comparto produttivo. Il quale si farà forza delle norme europee, ancora una volta disapplicate in Italia».

Nella UE, ad esempio, pullulano i bandi a sostegno delle produzioni, mentre la Germania legalizza l’accesso alla cannabis anche per fini ludici: «Vorrei ricordare alla maggioranza -aggiunge l’esponente del M5S- che la canapa è parte della storia e della cultura italiana, tanto da figurare nella prima serie generale di francobolli del Paese liberato, datati 1950 e indicativi dei mestieri più radicati. Si vede che oltre settant’anni fa i conservatori erano più avanzati di quelli odierni». Quando è invece possibile utilizzare solo lo stelo della pianta, minimizzandone gli effetti positivi.

Per questo, conclude Erika Baldin, «assieme ad alcune colleghe e colleghi delle opposizioni interroghiamo la Giunta veneta affinché spieghi se intende avviare urgenti interlocuzioni con governo e Parlamento in materia, onde pervenire a una regolamentazione aperta per quanto concerne la coltivazione e la vendita, senza criminalizzare chi lavora e vede minacciata la propria stessa condizione.

L’esecutivo guidato da Luca Zaia dovrà spiegare come mai il Consiglio regionale nel 2021 aveva approvato una mozione all’unanimità per il rilancio della filiera della canapa sativa, in forza della legge regionale 36/2019 che ne promuove lo sviluppo, mentre gli stessi partiti a Roma oscurano queste finestre di libertà».

erika baldin

The author erika baldin

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