Venezia, 13 luglio 2023 – La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, ha presentato un’interrogazione a risposta immediata, rivolta alla giunta veneta, per chiedere come essa intenda comportarsi riguardo la situazione che si è venuta a creare nella scuola primaria “Lombardo Radice” di Boscochiaro, nel Comune di Cavarzere.
«La mia iniziativa -spiega la consigliera- prende le mosse dall’azione di due membri del consiglio d’istituto, Emanuele Pasquali e Manola Masiero, i quali hanno scritto all’Ufficio Scolastico regionale, all’assessora Donazzan, alla dirigente dell’Istituto Comprensivo, al sindaco di Cavarzere e appunto ai consiglieri regionali eletti nel territorio».
Nella missiva, i due consiglieri d’istituto chiedono la deroga alle disposizioni relative al numero di allieve e allievi atto a formare una prima classe, dal momento che alle dodici bambine e bambini preiscritti si è recentemente aggiunto un nuovo scolaro, migrato con la famiglia dalle vicinanze: «Negli incontri pubblici avvenuti di recente tra le autorità scolastiche e il comitato “Salviamo la scuola” -osserva Baldin- era stata più volte ribadita la possibilità di concessione di questa deroga, ammessa proprio dalle stesse leggi che per altro verso fissano limiti stringenti alla costituzione delle prime classi».
Pertanto, l’obiettivo dell’interrogazione avanzata dalla coordinatrice metropolitana del M5S è ottenere (anche tramite i buoni uffici della Regione) un provvedimento necessario a far rimanere nel paese le giovani coppie, anziché costringerle a trasferirsi addirittura in un altro Comune: se la deroga non passasse, infatti, i minori residui dovrebbero frequentare la scuola primaria a Pegolotte di Cona, a venti km di distanza da Boscochiaro.
«Non posso non considerare, però -conclude Erika Baldin- che all’origine di queste decisioni scellerate sta la legge di bilancio varata a fine 2022 dal governo Meloni, la quale obbliga le Regioni a dimensionare la propria rete scolastica in base a criteri che ne definiscono la dotazione e la distribuzione delle dirigenze. Effetto collaterale è la chiusura di non pochi plessi, per via degli accorpamenti e della riduzione del numero delle classi.
Il Veneto ha deciso di non impugnare la legge, a differenza di altre Regioni (pur amministrate dal centrodestra, come la Sardegna), nonostante essa provveda in via esclusiva attorno a un tema oggetto di legislazione concorrente. Confido negli esiti di queste impugnazioni, intanto auspico venga trovata una soluzione per le frazioni del Cavarzerano».