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ChioggiaComunicati stampa

SODDISFATTA PER L’ACQUISTO DELL’EX CONVENTO DELLE CANOSSIANE A CHIOGGIA DA PARTE DI FONDAZIONE CLODIENSE. BATTUTA LA SPECULAZIONE, PORTE APERTE ALL’UNIVERSITÀ

Canossiane 2

Chioggia, lunedì 24 febbraio 2025 – Il convento di Santa Caterina a Chioggia, per un secolo e mezzo sede della scuola per l’infanzia e della scuola elementare gestita dalle suore Canossiane, ha finalmente un futuro. L’acquisizione da parte della Fondazione Clodiense, infatti, getta le basi per il suo restauro a destinazione culturale: «Siamo soddisfatte dall’esito dell’asta -dichiarano Erika Baldin, capogruppo del M5S al Consiglio regionale e Barbara Penzo, consigliera comunale del PD- perché premia una realtà da sempre impegnata nel finanziare progetti culturali. È stata così felicemente sconfitta ogni ipotesi di speculazione edilizia, la quale avrebbe visto distruggere un monastero quattrocentesco per soddisfare solo le brame degli interessi immobiliari privati».

Il rispetto della vocazione educativa e legata all’umanesimo apre ora le porte a future collaborazioni di prestigio: «Già nel 2021 -prosegue Penzo- avevo presentato in Consiglio un ordine del giorno per valutare l’acquisizione da parte del Comune, in partnership con l’Università di Padova». Conferma Baldin: «Allora il Consiglio a maggioranza 5 Stelle aveva impegnato il Comune a partecipare all’ennesima asta per il convento delle ex Canossiane», e nel 2023 la stessa Università di Padova aveva inviato una lettera d’intenti che manifestava interesse per la stessa struttura. Secondo le due esponenti politiche, «ora ci possono essere le condizioni affinché ciò avvenga, impiantando nuove facoltà accademiche e di conseguenza anche uno studentato in grado di ospitare chi sceglierà Chioggia per formarsi e viverci. Questo è l’obiettivo a cui tendere, memore della vocazione del luogo».

Le consigliere manifestano quindi pieno appoggio all’iniziativa della Fondazione Clodiense, nel più attento rispetto delle indicazioni che verranno dalla Soprintendenza: «Auspichiamo un intervento in chiave contemporanea, che non metta solo in sicurezza la struttura storica, bensì sperimenti nuove forme di gestione condivisa, ad esempio sul modello degli spazi circostanti il museo M9 di Mestre. Uno spazio a disposizione della città, con le radici ben salde nella sua storia e la visione lunga che troppo spesso manca da queste parti», concludono Erika Baldin e Barbara Penzo.

erika baldin

The author erika baldin

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