“Il mio Progetto di legge vuole introdurre il trasporto gratuito per gli studenti fino al termine dell’obbligo scolastico e per i giovani fino ai 26 anni, con ISEE non superiore a 30 mila euro – ha spiegato più nel dettaglio la Capogruppo pentastellata – Prevede inoltre tariffe agevolate per i giovani fino ai 26 anni, in proporzione al reddito, nel caso di ISEE superiore a 30 mila euro”.
“Vogliamo portare avanti una vera e propria rivoluzione culturale – ha aggiunto la consigliera M5S – La mia proposta normativa, oltre che ridurre i costi di trasporto a carico delle famiglie e dare ai giovani una maggiore autonomia, abbasserebbe l’inquinamento atmosferico, ridurrebbe il traffico automobilistico, comportando minori costi di manutenzione e, soprattutto, maggiore sicurezza stradale. E, cosa molto importante, favorirebbe un vero e proprio cambio di mentalità, educando all’utilizzo del mezzo pubblico, con il conseguente aumento dei passeggeri”.
“Il Progetto di legge che propongo è assolutamente concreto – ha chiarito Baldin – Perché il trasporto pubblico gratuito o agevolato per giovani e studenti è già realtà in altre regioni, tra le quali Emilia- Romagna, Lombardia, Campania, Umbria, Toscana e nella Provincia Autonoma di Trento. Anche perché non prevede costi eccessivi: per il primo anno di applicazione prevediamo un finanziamento di 9,5 milioni di euro. La copertura finanziaria sarebbe garantita dall’aumento dell’aliquota dell’addizionale regionale IRPEF di 0,98 punti percentuali per i redditi superiori a 50 mila euro, escludendo le famiglie con persone disabili. Insomma, per redditi di 100 mila euro, si tratterrebbe di un ‘sacrificio’ di 41 euro al mese. E, grazie all’aumento dell’aliquota addizionale IRPEF, potremmo ridurre i costi degli Asili Nido e delle rette delle RSA, aiutando così concretamente molte famiglie venete in difficoltà”.
Marco Nimis, coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi Veneto, nell’evidenziare che “la Regione del Veneto non è a misura di giovani”, ha indicato la principale criticità del trasporto pubblico locale, che “è troppo frammentato, costringendo così gli studenti, che si devono spostare attraverso diverse province, a pagare più abbonamenti che, peraltro, sono troppo costosi. Questo non garantisce a tutti il diritto allo studio. E la proposta normativa è fondamentale anche per la sostenibilità ambientale e per migliorare la circolazione viaria, oltre appunto per rendere veramente effettivo il diritto allo studio”.
Lucrezia Ludovici, rappresentante dell’Unione degli Universitari del Veneto, ha ricordato che “la maggioranza degli studenti universitari veneti è pendolare”, e che quindi “sarebbe molto importante per loro poter usufruire di un trasporto pubblico gratuito o calmierato che li porti verso le diverse sedi degli atenei. Questo contribuirebbe a pensare a un modello nuovo di concepire le città, a misura di giovani, a misura d’uomo, una città da vivere e da respirare. Si andrebbe così incontro alle attuali esigenze di tanti ragazzi e ragazze, ma soprattutto la proposta avrebbe uno sguardo rivolto al futuro, invogliando i giovani a restare nei nostri territori dopo la conclusione del percorso universitario, spinti anche dalla gratuità dei trasporti. Non come purtroppo accade oggi, con la ‘fuga’ di troppi ragazzi e ragazze dopo l’università”.
Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale