“Il Veneto affronti la battaglia del Trasporto pubblico locale come ha affrontato quella delle terapie intensive. Allora non ci siamo rassegnati al fatto che non c’erano ventilatori, adesso non bisogna limitarsi a dire che non ci sono treni e aspettare che Roma salvi capra e cavoli .” In una nota Erika Baldin, consigliera regionale veneta del Movimento 5 Stelle, ritorna sui disservizi dei treni, e sull’organizzazione futura di un Tpl che dovrà convivere con il Covid.
“Per treni e bus sarebbe illogico trascurare l’importanza determinante dello stanziamento di fondi – osserva la pentastellata veneziana- ma non può essere a senso unico, cioè arrivare solo dal Governo, e non è l’unico nodo da risolvere. La Regione deve impegnare ogni euro disponibile da sanità ed economia su questo fronte, ma soprattutto affrontare in modo diverso e innovativo l’organizzazione del servizio e la gestione della domanda. Dopo aver invocato per mesi il ritorno dei turisti nelle città d’arte, adesso non possiamo farli arrivare in stazione e poi lasciarli a terra perché scoprono che il convoglio ha esaurito i posti. Il futuro passa per l’organizzazione integrata di orari e flussi, e per una comunicazione capillare, digitale e in tempo reale, unita con un meccanismo efficiente di prenotazione e di informazione sulla capienza dei mezzi a livello regionale, non diviso per ogni azienda”.
“Se abbiamo puntato sui medici e sui ricercatori, ora non dobbiamo essere da meno con i Mobility manager di comuni, enti, realtà culturali e turistiche – dice Baldin – in questa partita il Veneto è in ritardo, perché finora ha solo atteso gli eventi e, con la nostra fame di turismo, non ce lo possiamo permettere. Bisogna innovare profondamente l’intero ecosistema del trasporto pubblico locale nella nostra regione. Altrimenti a settembre, con la ripresa delle scuole, il problema ci scoppierà in mano.”
Lunedì 1 giugno 2020